Si avvicina l’appuntamento clou con il mondo del vino, l’edizione numero 54 di “Vinitaly” che, con più di 4mila aziende espositrici, tornerà in presenza dal 10 al 13 aprile prossimo. Veronafiere ha già fatto sapere che alla manifestazione hanno aderito moltissimi Paesi in Europa, in Africa, ma anche oltre-oceano, come gli Stati Uniti, il Canada, o, ancora più lontano, Singapore, Malaysia e Giappone. Il tutto esaurito è stato raggiunto coinvolgendo 60 Paesi nel programma di promozione, comunicazione e incoming avviato dalla Spa fieristica e da Ice Agenzia.
L’investimento complessivo per la campagna promo è stato di 3 milioni euro e ha portato anche a una business list di 500 top buyer da tutto il mondo, cui si aggiungeranno migliaia di operatori nazionali e internazionali.
Per quanto riguarda le vendite on line nel vino, esplose durante il lock-down nel 2020, il canale ha subito una grande accelerazione anche nel 2021. La conferma arriva da “Wine Report” by Cross Border Growth Capital, advisor italiano delle operazioni di finanza straordinaria per startup e Pmi, e Vino.com, enoteca digitale fiorentina. L’e-commerce del vino in Italia rappresenta una nicchia che vale il 4% del mercato del vino complessivo. Il vino venduto on-line nel 2021 ha raggiunto nel nostro Paese un valore totale di 14,2 miliardi di euro (terzo dopo Francia, 20,7 miliardi, e Regno Unito, 15,8 miliardi).

Con l’utilizzo dei terreni a riposo è destinata a salire la produzione europea di cereali e colture proteiche. E’ un passo avanti importante che abbiamo sollecitato, ma la decisione dei ministri dell’Agricoltura della UE potrebbe rivelarsi inadeguata rispetto all’intensità della crisi in atto”. Lo ha dichiarato il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, con riferimento alle conclusioni del Consiglio Agricoltura UE che si è tenuto lunedì 21 marzo, a Bruxelles, chiamato a valutare le iniziative da assumere per contrastare le conseguenze economiche della guerra in Ucraina. Secondo le stime che sono circolate nel corso della sessione ministeriale, circa 4 milioni di ettari aggiuntivi potrebbero essere coltivati negli Stati membri.
Durante la riunione del Consiglio UE – aggiunge Giansanti – si è svolto un collegamento con il ministro ucraino dell’Agricoltura che ha evidenziato la carenza, in particolare, di sementi e carburanti. Nella più favorevole delle ipotesi, la produzione agricola dell’Ucraina subirà una contrazione del 30%”. “Per scongiurare una grave carenza di offerta sui mercati internazionali, la UE deve utilizzare al massimo il proprio potenziale produttivo, eliminando, anche in prospettiva, ogni ostacolo alle semine”.
Confagricoltura valuta positivamente la decisione di ricorrere, per la prima volta in assoluto, alla riserva di crisi della PAC che metterà a disposizione dell’Italia circa 48 milioni di euro che potranno essere incrementati grazie al cofinanziamento nazionale consentito dalla Commissione. “Chiediamo al nostro governo di fare il massimo sul piano finanziario e di avviare rapidamente le discussioni in ordine alle finalità e alle modalità di erogazione delle risorse in connessione con quanto previsto nel recente ‘decreto legge Ucraina’.”
Il Consiglio Agricoltura dell’Unione ha anche esaminato la questione legata all’aumento senza precedenti dei costi di produzione, a partire da quelli dell’energia – segnala Confagricoltura. Ogni decisione, però, è stata rinviata per attendere i risultati del Consiglio Europeo in programma il 24 e 25 marzo, nel corso del quale saranno valutate le possibili iniziative in ambito europeo.
Confagricoltura, infine, valuta positivamente l’annuncio fatto dalla Commissione relativo alla richiesta agli Stati membri di trasmettere mensilmente i dati relativi alla disponibilità di prodotti e mezzi di produzione essenziali, allo scopo di assicurare in ogni circostanza la continuità delle forniture.

Ogni anno scompaiono dal Pianeta 12 milioni di ettari di foreste, con la conseguente emissione di 4,5 miliardi di tonnellate di anidride carbonica. Un dato che Confagricoltura ricorda in occasione della Giornata internazionale delle foreste, istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per portare all’attenzione dell’opinione pubblica l’importanza delle aree boschive. Aree che in Italia coprono circa 12 milioni di ettari, con un ritmo di crescita che nell’ultimo decennio è rimasto costante.
L’importanza delle foreste non è soltanto in funzione della tutela ambientale e delle biodiversità e della prevenzione dei rischi idrogeologici. Il patrimonio boschivo è fondamentale anche ai fini del conseguimento dei nuovi obiettivi che l’Europa si è data nel suo Green Deal. Insieme agli altri comparti, la selvicoltura è infatti coinvolta nel piano UE di assorbimento di 310 milioni di tonnellate di Co2 entro il 2030. Un obiettivo ambizioso, raggiungibile non solo con la tutela delle aree vincolate ma anche con una gestione efficiente delle risorse boschive attraverso i servizi ecosistemici svolti dalle aziende del comparto.
Confagricoltura ricorda che, già oggi, il settore forestale contribuisce a mitigare il bilancio nazionale delle emissioni attraverso i crediti di carbonio. Inoltre, la Confederazione evidenzia la funzione economica che i boschi italiani devono ricoprire con uno sviluppo orientato sempre di più verso modelli di circolarità. A partire dalle filiere della trasformazione del legno, fino ad arrivare a quelle dell’utilizzo dei sottoprodotti destinati alle agroenergie.
Attualmente – commenta Enrico Allasia, presidente della Federazione nazionale di prodotto delle risorse boschive di Confagricoltura l’Italia utilizza soltanto il 30% del proprio patrimonio boschivo. Il 70% del nostro fabbisogno interno è coperto dall’importazione di legname. È questo il primo gap a cui dobbiamo porre rimedio per affrontare in modo serio il tema della sostenibilità ambientale. Tra gli strumenti a nostra disposizione c’è la nuova Strategia Forestale Nazionale, di cui l’Italia si è dotata di recente”.

Contiamo sull’iter parlamentare per rafforzare le misure a favore delle imprese agricole

Il decreto legge Ucraina ha destinato 195 milioni all’agricoltura, accogliendo molte delle nostre istanze. La sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale permette di compiere il primo passo per contenere il forte impatto economico derivato dall’impennata dei costi delle materie prime, dell’energia e del carburante, aggravata dal conflitto. Tocca ora al dibattito parlamentare proseguire su questa strada potenziandolo, così da permettere concretamente alle imprese agricole di poter contare su sostegni che le accompagnino verso l’uscita dalla crisi”. Questo il commento di Confagricoltura in seguito alla pubblicazione del decreto in GU.
Numerosi i provvedimenti richiesti dalla Confederazione e recepiti. Ma il caro energia continua ad avere un duplice effetto negativo: da un lato fa aumentare i costi di produzione, dall’altro fa salire con percentuali senza precedenti il prezzo dei fertilizzanti e dei mangimi. Occorre impegnarsi per potenziare le rinnovabili.
E’ positivo il credito d’imposta per l’acquisto di carburante per agricoltura e pesca. Confagricoltura auspica che, nel prosieguo dell’iter di conversione del provvedimento, le misure previste dal decreto legge possano comprendere non solo i consumi di carburante effettuati nel primo trimestre, ma anche quelli dei mesi successivi, in considerazione dell’imminente stagione delle grandi lavorazioni e delle raccolte.
Confidiamo – conclude l’Organizzazione degli imprenditori agricoli – che il dibattito parlamentare risolva questo punto, così come riteniamo fondamentale intervenire sui consumi di comparti già sofferenti, come ad esempio gli allevamenti e le serre. Strategica, infine, l’equiparazione del digestato con i fertilizzanti chimici di sintesi”.

Grandi preoccupazioni per l’attuale situazione idrica. L’agricoltura già comincia a risentire degli effetti della siccità, nel momento in cui è chiamata a far fronte alle attuali emergenze con l’aumento della produttività agricola. La tendenza negativa si registra sia sulle precipitazioni di pioggia e neve, sia sui dati dei livelli delle acque superficiali e sotterranee, con alcuni bacini, come quello del Po, che si trovano in un gravissimo stato di deficit”. Così Confagricoltura in occasione della giornata mondiale dell’Acqua (World Water Day), istituita dalle Nazioni Unite nel 1992, quest’anno dedicata alle acque sotterranee.
Nei prossimi anni – afferma L’Organizzazione degli imprenditori agricoli – l’aumento delle temperature aggraverà ulteriormente la carenza idrica dell’Italia. Le falde acquifere profonde costituiscono una risorsa di qualità e fungono da riserva durante i periodi di siccità, soprattutto quando hanno una maggiore capacità. L’agricoltura è il settore che più risentirà della siccità, nonostante produca rispettando la risorsa idrica, che non fuoriesce dal ciclo idrologico naturale, ma viene restituita al sistema ambientale, a valle dei processi produttivi“.
Va ricordato che le acque sotterranee rappresentano un patrimonio inestimabile di risorse che garantiscono funzioni economiche ed ambientali, anche in relazione all’adattamento al mutamento climatico. E l’agricoltura svolge un ruolo fondamentale nel trattenere l’acqua e permettere il ravvenamento delle falde.
Con le risorse idriche di superficie sempre più sfruttate per sostenere l’aumento delle popolazioni è sempre più evidente l’importanza delle acque sotterranee. Hanno bisogno però di un’attenta gestione. “Per questo – conclude Confagricolturaoccorre monitorarne costantemente i sistemi e i meccanismi di ricarica, che costituiranno la sfida principale per la gestione delle acque nel prossimo futuro”.