Segui la diretta dell’Assemblea straordinaria sul canale You Tube di Confagricoltura domani dalle ore 10

 

Rivedere la PAC e avviare il dialogo per un modello efficiente di agricoltura, con l’intento di tutelare maggiormente la produttività e la competitività delle imprese del settore, centrale nella sicurezza alimentare e nella transizione ecologica, semplificare le procedure amministrative, garantire reciprocità negli scambi internazionali.
Questi gli obiettivi dell’Assemblea straordinaria di Confagricoltura che si riunirà a Bruxelles domani, lunedì 26 febbraio, nella sede del COPA – COGECA. Nello stesso giorno nella capitale belga si svolgerà Agrifish, il Consiglio Agricoltura e Pesca con i ministri del settore primario degli Stati membri.
All’assemblea straordinaria parteciperà anche la Confagricoltura di Asti rappresentata dal presidente Gabriele Baldi e dal direttore Mariagrazia Baravalle, che porterà le voci e le problematiche del comparto agricolo astigiano in Europa.

E’ possibile seguire da remoto la diretta, a partire dalle 10 di domani, dal canale di YouTube di Confagricoltura

Confagricoltura Piemonte ha formulato una serie di indicazioni da attuare nell’immediato, fondamentali per il comparto zootecnico della Regione, che si concentrano sugli Ecoschemi, una delle principali novità della Pac 2023-2027, contestati fin dalla loro definizione

Tra gli interventi della nuova Pac gli Ecoschemi sicuramente destano la maggiore preoccupazione tra gli allevatori: riteniamo, infatti, che in generale richiedano molto impegno per le aziende agricole, non controbilanciato da altrettanti benefici economici. Se parliamo poi degli effetti ambientali, in alcuni casi non appaiono così significativi”.
Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia, in procinto di prendere parte all’assemblea nazionale di lunedì 26 febbraio a Bruxelles, evidenziando alcuni aspetti problematici che interessano il settore zootecnico. Tra questi vi sono anche proposte di modifica/adeguamento della nuova Pac che, pur non avendo ancora dispiegato appieno i suoi effetti, ha già mostrato i suoi limiti su svariati aspetti, come ampiamente preconizzato, a suo tempo, dall’Organizzazione degli imprenditori agricoli.
Alcuni di questi limiti preoccupano maggiormente Confagricoltura Piemonte per le conseguenze su un comparto importante per la Regione: quello zootecnico, con particolare riferimento agli allevamenti dei bovini da carne che, da tempo, vivono una situazione di disagio, caratterizzata da prezzi di mercato talvolta non adeguati, scarso dialogo fra gli attori della catena di approvvigionamento e, ultimamente, da aumenti significativi dei costi di produzione, da azioni speculative messe in atto dalla GDO/intermediari e da una riduzione dei consumi per via dell’inflazione. Non a caso, negli ultimi dieci anni, ha chiuso un allevamento bovino da carne su cinque.
Nel mirino, in particolare, c’è l’Ecoschema 1 – “Riduzione dell’antimicrobico resistenza e benessere animale”, nei suoi due livelli interconnessi tra loro: l’1.1 – “Riduzione dell’antimicrobico resistenza” e l’1.2 – “Benessere animale – Pascolamento”, per i quali si chiede urgentemente una ridefinizione generale. Per il primo, l’attuale impostazione richiede un’annuale riduzione dei quantitativi di antimicrobici utilizzati negli allevamenti prendendo come riferimento il concetto di “mediana” di utilizzo di tali farmaci nell’anno precedente. Tale sistema di valutazione è eccessivamente penalizzante, soprattutto per gli allevamenti bovini di razza Piemontese , che normalmente ricorrono agli antibiotici con minore frequenza, impedendo loro di accedere al livello 1.2 del sostegno, previsto per chi adotta la pratica del pascolamento.
Considerata la grave crisi che sta attanagliando il comparto chiediamo, per il momento, l’adozione di un parametro correttivo che possa consentire un minore scostamento dei dati dal valore della mediana e quindi considerare comunque virtuoso l’allevamento. Inoltre, in generale, proponiamo di includere nel calcolo solo l’utilizzo in via preventiva degli antibiotici, escludendo quelli a scopo curativo”, sostiene Allasia.
Questo anche considerando le statistiche che evidenziano come nel settore veterinario, in Italia, si sia passati da una vendita di 421,1 mg di antibiotici per kg di peso vivo nel 2010 a 181,9 mg nel 2020 (-57%).
L’Ecoschema 1.1 impatta notevolmente anche sul comparto suinicolo, che da oltre due anni ormai sta vivendo con apprensione l’avanzare della Peste suina africana.
Attualmente, gli Ecoschemi non possono essere eliminati senza correre il rischio di perdere una mole considerevole di risorse (in totale oltre 887 milioni di euro l’anno per l’Italia), ma serve un impegno politico per modificarli, andando a premiare le aziende che vivono di agricoltura”, conclude Allasia.
Confagricoltura Piemonte , sulla scorta delle informazioni pervenute dalle provincie di Cuneo, Alessandria e Torino, in prospettiva, per l’Ecoschema 1 (Livello 1 e 2), propone di superare il concetto di “mediana” che si modifica progressivamente negli anni in favore invece di una soglia minima ragionevole per ciascuna specie e per ciascuna categoria, nazionale o regionale, al di sotto della quale si possa avere il diritto al premio.

Agea, comunica con una circolare di aver prorogato alcune scadenze precedentemente fissate. Esse sono:

1) il termine di esecuzione delle istruttorie delle domande di accesso alla riserva nazionale 2023, per

tutte le fattispecie e per tutti i requisiti, originariamente fissato al 15 febbraio 2024 dalla circolare n. 35478 del 12.05.2023, viene prorogato al 29 febbraio 2024;

2) il termine di presentazione della dichiarazione integrativa relativa all’eco-schema 1 di cui alla

circolare Agea n. 2664 del 12.01.2024, originariamente fissato al 16 febbraio 2024 per la campagna

2023, viene prorogato al 26 febbraio 2024;

3) il termine per la gestione (inserimento, modifica e convalida) dei contratti girasole e colza ai fini della

richiesta del sostegno accoppiato al reddito, originariamente fissato al 16 febbraio 2024 dalla circolare

Agea n. 95978 del 20.12.2023, viene prorogato al 29 febbraio 2024.

In allegato la circolare di Agea

Circolare AGEA.2024.13390 del 15.02.24

E’ stata resa disponibile, sul portale SIAN, l’applicazione che consente la presentazione delle domande di autorizzazione per i nuovi impianti viticoli – campagna 2024. Il link da utilizzare è quello di seguito indicato:

Vitivinicolo

• Domanda autorizzazione nuovi impianti viticoli 2024

Ricordiamo che il periodo di riferimento per la presentazione delle domande è quello stabilito nel DM del 19 dicembre 2022, che alleghiamo, cha va dal 15 febbraio al 31 marzo di ogni anno, ed in ogni caso con un periodo di apertura delle domande in modalità telematica nell’ambito del SIAN di almeno un mese. Il richiedente effettua la domanda sulla base dei dati presenti nel proprio fascicolo aziendale aggiornato e validato.

In allegato la circolare del MASAF

MASAF_DM autorizzazioni nuovo

Cirone, FAI: “Era ora. Il Masaf va nella giusta direzione”

Disaggregati, deboli e disorientati: sono queste le principali criticità degli apicoltori italiani chiamati ad affrontare la costante competizione del mercato globale e le crescenti difficoltà di un’apicoltura produttiva, remunerativa e sostenibile. Ecco perché siamo favorevoli alle proposte emerse oggi al tavolo della filiera apistica, convocato dal ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste“. A sostenerlo il presidente della FAI, Raffaele Cirone, che ha preso parte ai lavori ed è intervenuto in rappresentanza della Federazione Apicoltori Italiani – sigla storica del comparto – e di Confagricoltura, cui aderisce.
La proposta di schema di un sistema di qualità alimentare nazionale del miele, presentata oggi dal Sottosegretario all’Agricoltura Luigi D’Eramo, sebbene necessiti di ulteriori approfondimenti e interventi correttivi attesi dalla base produttiva, rappresenta ad avviso della FAI uno strumento indispensabile a indirizzare gli sforzi degli apicoltori che, nonostante l’elevata professionalità, fanno ancora fatica a far percepire al mercato le ragioni per cui un prodotto di qualità garantita deve poter essere facilmente riconosciuto dai consumatori e giustamente remunerato.
Servono azioni coordinate, disciplinari stringenti e controlli adeguati ad una politica di valorizzazione del già eccellente prodotto nazionale – ricorda Cirone – altrimenti si rischia di deludere le attese di un consumatore sempre più attento, consapevole, propenso all’acquisto del prodotto migliore“.
Apprezzamento, da parte di FAI e Confagricoltura, sulla pianificazione di un’attività promozionale a sostegno del consumo del miele nazionale: “La nostra è una filiera d’eccellenza dell’agricoltura italiana, con circa 2 milioni di alveari e 80.000 apicoltori, e i suoi tratti distintivi vanno sottolineati con un’adeguata azione informativa e una promozione mirata alle fasce più attente al consumo del miele di alta qualità: bambini, giovani, sportivi e anziani in modo particolare, prima ancora dei tanti estimatori. E’ questa la raccomandazione del presidente FAI, anche a nome di Confagricoltura, al tavolo apistico, affinché la filiera nazionale preservi la dignità del lavoro di ciascun apicoltore italiano e il patrimonio di alveari indispensabili all’agricoltura e all’ambiente“.