La Regione Piemonte ha pubblicato la D.D. n. 44/A1701B del 23 gennaio 2025, con la quale sono state approvate le disposizioni applicative per la domanda di pagamento 2025, propedeutiche al bando di apertura domande che verrà emanato da ARPEA.
Tali disposizioni risultano in continuità con quelle della precedente annualità e non sono state apportate modifiche sostanziali. Per agevolarne la lettura si evidenziano di seguito i punti salienti:

1) La lettera c) delle Condizioni di Ammissibilità (par. 2.2.) è stata modificata adeguandola a quanto disposto nella Determina Dirigenziale relativa alle riduzioni ed esclusioni di cui alla D.D. n. 482/A1701B del 14 giugno 2024 e s.m.i.: “Mantenimento per tutto il periodo di impegno del numero di alveari ammessi per la domanda di aiuto/pagamento, con una tolleranza massima complessiva in riduzione del 50%, con un minimo di 52 alveari, utilizzando il numero di alveari presenti nella BDA per effetto dell’ultimo censimento annuale disponibile (2024);”

2) Nella sezione 2.6 vi sono le disposizioni riguardanti il subentro che sono state meglio normate.

In allegato la determina dirigenziale della Regione Piemonte

DD-A17-44-2025_Disposizioni applicative SRA 18

Un centinaio di giovani under 41 hanno iniziato un articolato percorso, che a maggio li vedrà ufficialmente ottenere la qualifica di imprenditori agricoli. L’Ente di formazione Agripiemonteform, in collaborazione con la Regione Piemonte, ha contributo alla realizzazione del corso

Mercoledì 29 gennaio, la Sala Trasparenza del Grattacielo Piemonte ha ospitato un centinaio di giovani agricoltori, in occasione dell’inizio ufficiale del corso riservato ai nuovi imprenditori agricoli.
Il regolamento di attuazione della nuova Pac, infatti, prevede che i giovani e nuovi agricoltori non in possesso di titolo universitario a indirizzo agricolo, forestale, veterinario, o titolo di scuola secondaria di secondo grado a indirizzo agricolo, oppure di esperienza lavorativa di almeno tre anni nel settore agricolo, debbano acquisire i requisiti di istruzione e competenza richiesti per ottenere gli specifici premi PAC, frequentando un corso da 150 ore con esame finale, su tematiche riferibili al settore agroalimentare, ambientale o della dimensione sociale.
Ringraziamo l’Assessore al Commercio, Agricoltura e cibo, Parchi, caccia e pesca, peste suina, Paolo Bongioanni, il direttore Paolo Balocco e il dirigente dell’Assessorato regionale all’Agricoltura Vittorio Bosser Peverelli, per aver dato seguito alle nostre richieste. Agripiemonteform è lieta di contribuire al successo di quei giovani entusiasti nonché attenti alle tematiche ambientali, che hanno deciso di investire il proprio futuro in agricoltura, coscienti che il successo imprenditoriale non possa prescindere dall’acquisizione di alte competenze” ha evidenziato il presidente dell’Ente e direttore di Confagricoltura Piemonte Lella Bassignana.
Nell’elaborazione dei dati dell’annata agraria 2024, l’Ente di formazione e addestramento di emanazione di Confagricoltura, aveva già evidenziato un aumento di under 41 interessati al settore primario: secondo i dati dell’Anagrafe agricola regionale, le aziende con titolari giovani in Piemonte nel 2024 sono circa 5.700, pari al 14,6% del totale. Il dato è in crescita negli ultimi dieci anni, grazie anche alle politiche di sviluppo rurale attuate a partire dal 2016. Nel 2015 i giovani erano infatti il 12,1%.
Ribadiamo la necessità di formare i nostri agricoltori anche alla luce dei nuovi obblighi imposti dall’Unione europea e di un quadro geo politico che richiede competenze trasversali per potersi affermare sui mercati”, ribadisce Bassignana.
Agripiemonteform e Confagricoltura Piemonte rimarcano poi il potenziale degli strumenti politici di incidere sul ricambio generazionale nel settore agricolo. La piena comprensione della complessità del problema è fondamentale per aumentare l’efficacia del sostegno destinato ai giovani agricoltori.

Alcune immagini della giornata iniziale de corso per i giovani agricoltori

Nota esplicativa a cura del servizio fiscale di Asti Agricoltura

Torniamo per l’ennesima volta sull’argomento del credito d’imposta 4.0 per focalizzare l’attenzione sugli adempimenti obbligatori anche alla luce delle modifiche apportate dalla legge di bilancio per l’anno 2025.

Come ben noto il credito d’imposta 4.0 è stato originariamente introdotto dalla legge finanziaria per l’anno 2020 che ha esteso al settore agricolo la possibilità di usufruire del credito d’imposta sull’acquisto di beni strumentali nuovi.

L’agevolazione consiste in un credito d’imposta, da utilizzare esclusivamente in compensazione sul modello F24 per il pagamento di tributi e contributi, e riguarda attualmente l’acquisto di beni strumentali nuovi innovativi (i cosiddetti ”beni 4.0” ossia aventi caratteristiche tecniche conformi a quanto previsto dall’allegato A legge 232/2016).

La misura del credito è variata nel corso degli anni ed è attualmente fissata nella misura del 20%.

Dallo scorso 18 maggio 2024 la fruizione del credito d’imposta è subordinata alla presentazione in modalità telematiche – attraverso il portale del Gestore dei Servizi Energetici (GSE) – di una comunicazione preventiva riguardante l’investimento che si intende effettuare e di una consuntiva nel momento di ritiro ed interconnessione del macchinario alla rete internet.

Tali comunicazioni telematiche non possono essere presentate tramite intermediari e devono riportare la firma elettronica del soggetto che intende usufruire del credito d’imposta (o quella del legale rappresentate nel caso di società).

Con la Legge Finanziaria per l’anno 2025 è stata inoltre introdotto un tetto massimo di spesa complessiva per lo Stato pari a 2.200 milioni di euro.

In pratica per l’anno 2025 verranno concessi crediti d’imposta fino ad una spesa complessiva per lo Stato pari al predetto limite di 2.200 milioni di euro; oltre tale somma non sarà più possibile richiedere il credito d’imposta.

Il limite di spesa complessiva verrà monitorato dal GSE sulla base delle comunicazioni consuntive ricevute ed il superamento del tetto di spesa verrà immediatamente comunicato all’agenzia entrate che provvederà a bloccare la compensazione dei crediti eccedenti la spesa complessivamente fissata di 2.200 milioni di euro.

Rammentiamo che il 2025 sarà l’ultimo anno di vigenza del credito d’imposta (salvo proroghe).

Non sarà, dunque, più possibile usufruire del credito d’imposta per gli acquisti effettuati nell’anno 2026 salvo che nel caso di “prenotazione” dell’investimento entro il 31 dicembre 2025 con contestuale stipula del contratto di vendita e pagamento di un acconto pari ad almeno il 20% del valore complessivo dell’investimento.

Quanto sopra, naturalmente, a condizione che residuino fondi disponibili a tale data.

Sebbene l’argomento sia già stato trattato diffusamente in parecchie precedenti nostre informative, riassumiamo nel dettaglio quali sono gli adempimenti da effettuare (e le cose da non fare) per evitare di perdere il credito d’imposta e di dover rimborsare le somme già utilizzate in compensazione, maggiorate di sanzioni che possono arrivare fino al 100% delle somme indebitamente compensate.

  • Comunicazione preventiva e consuntiva al GSE

Come detto nelle righe che precedono l’utilizzo in compensazione del credito è subordinato alla trasmissione telematica al GSE (con firma elettronica del richiedente) di una comunicazione “preventiva” e di una “consuntiva” al momento di ritiro ed interconnessione del macchinario.

  • Indicazione della norma agevolativa:

le fatture e gli altri documenti relativi all’acquisto (contratti, DDT ecc.) devono contenere l’espresso riferimento alla norma agevolativa (commi 184-197 dell’art. 1 legge 160 del 27/12/2019 per gli acquisti effettuati nell’anno 2020 e commi da 1054 a 1058 dell’art.1 Legge 178 del 30 dicembre 2020 e s.m.i. per gli acquisti effettuati negli anni 2021 e successivi).

  • Pagamento con modalità tracciabile

Tutte le fatture relative al credito d’imposta devono obbligatoriamente essere pagate con modalità tracciabile ossia tramite bonifico, assegno o carta di credito/debito.

In caso di verifica, a seconda delle modalità di pagamento utilizzate, occorrerà dimostrare il corretto adempimento attraverso:

– copia del bonifico bancario o postale relativo al pagamento;

– copia della matrice dell’assegno con documentazione bancaria relativa all’avvenuto addebito delle somme;

– copia documentazione bancaria attestante l’addebito del pagamento effettuato tramite carta di credito/debito.

Non sono ammesse forme di pagamento non tracciabili né l’utilizzo di compensazioni totali o parziali delle partite derivanti ad esempio da previgenti crediti o dalla cessione alla concessionaria di macchinari usati.

  • Interconnessione del bene 4.0 e mantenimento di tale situazione

In caso di acquisto di bene rispondente ai requisiti 4.0 ossia conforme alle caratteristiche tecniche dettate dagli allegati A e B della legge 232/2016, occorrerà dimostrare l’avvenuta interconnessione al sistema aziendale di gestione e produzione o alla rete di fornitura ed il mantenimento di tale condizione per l’intero periodo di utilizzo del credito.

A tal proposito si rammenta che l’interconnessione non deve essere fine a se stessa o effettuata esclusivamente per usufruire della maggiore misura prevista per i beni 4.0, ma i dati forniti dal software del macchinario dovranno essere periodicamente scaricati, conservati ed utilizzati nell’ambito della produzione aziendale.

Questo aspetto risulta di fondamentale importanza e spesso viene trascurato o messo in secondo piano dalle imprese che rischiano così di vedersi decurtato il credito d’imposta nella misura prevista per i beni ordinari proprio a causa del venir meno del requisito dell’innovazione dato, appunto, anche dal mantenimento della connessione e dall’utilizzo dei dati forniti attraverso l’interconnessione nell’ambito della produzione aziendale.

  • Accertamento dei requisiti 4.0 del macchinario (solo per beni “4.0”)

La rispondenza del macchinario ai requisiti 4.0 deve essere accertata attraverso:

  • Perizia tecnica di un ingegnere o di un perito industriale iscritto al rispettivo albo professionale ovvero l’attestato di conformità di un ente di certificazione accreditato da cui risulti che i beni hanno caratteristiche tecniche tali da includerli negli elenchi di cui agli allegati A e B della legge 232/2016 (“4.0”) e sono interconnessi al sistema aziendale di gestione della produzione o alla rete di fornitura. Tale perizia dovrà anche attestare la data di messa in funzione ed interconnessione del bene;
  • autodichiarazione sottoscritta dal titolare/legale rappresentante dell’azienda agricola ove si autocertifica la sussistenza di tutti i requisiti necessari per poter considerare il macchinario “4.0” nonché la data di messa in funzione ed interconnessione. Questo modalità di accertamento dei requisiti può essere effettuata unicamente per i beni di valore non superiore a 300.000 euro; per i beni di valore superiore a tale soglia è obbligatoria la perizia.

 

  • Rispetto delle normative sulla sicurezza sui luoghi di lavoro e regolarità contributiva

Altro requisito previsto dalla norma per poter usufruire del credito d’imposta è quello relativo  al rispetto delle normative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro applicabili in ciascun settore e al corretto adempimento degli obblighi di versamento dei contributi previdenziali e assistenziali a favore dei lavoratori.

In caso di verifica sarà necessario documentare tali circostanze anche attraverso il documento di valutazione dei rischi ed il DURC (Documento Unico di Regolarità Contributiva);

  • Indicazione dell’investimento effettuato e del credito maturato ed utilizzato nella dichiarazione redditi

Nel quadro RU della dichiarazione redditi deve essere indicato:

  • L’investimento effettuato nell’anno d’imposta cui si riferisce la dichiarazione;
  • Il credito maturato nell’anno d’imposta;
  • Il credito utilizzato nell’anno d’imposta fino all’esaurimento del medesimo.

Per gli associati che usufruiscono del servizio contabilità e dichiarazione redditi da parte di Asti agricoltura/Agriasti srl il predetto quadro è stato compilato direttamente dagli uffici sulla base dei dati in possesso.

Da ultimo, non certo per importanza, si rammenta che la cessione del bene “agevolato” entro 5 anni dall’acquisto determina la decadenza parziale del credito d’imposta.

Quanto sopra rappresenta semplicemente una riproposizione degli argomenti già più volte e diffusamente trattati in precedenti nostre Newsletter.

Per approfondimenti sui temi sopra trattati è possibile consultare in particolare le Newsletter n. 1/2020, n. 41/2020, n. 1/2021, n. 19/2021, n. 48/2021, n. 1/2023, n. 14/2024, n. 17/2024, n. 20/2024 e n. 1/2025 .

Il servizio fiscale di Agriasti srl è a disposizione per eventuali ulteriori indicazioni o chiarimenti

Si trasmette in allegato il Decreto ministeriale n. 670020 del 19 dicembre 2024 ed il Decreto ministeriale n. 670040 del 19 dicembre 2024 pubblicati sul sito del Ministero dell’Agricoltura, della Sostenibilità Alimentare e delle Foreste.
Il Primo Decreto è stato approvato per dare un sostegno al comparto dei bovini da carne e progettato su incentivi che interesseranno la linea vacca-vitello con una premialità, con limite massimo di 150 euro a capo, per ogni vitello nato nel 2024 e allevato per almeno 184 giorni (circa 6 mesi), sempre nel 2024, da parte di imprese di allevamento di bovini di razze iscritte ai Libri genealogici con “orientamento carne”. Il provvedimento non specifica che l’allevamento debba essere di linea vacca vitello, ma le tempistiche indicate faranno percepire il premio, sempre in de minimis, a questa tipologia di produzione più che agli ingrassatori. Viene inoltre specificato che in caso di rapporto di soccida, l’aiuto è riconosciuto per il 25% al
soccidario e per il 75% al soccidante, salvo assenso del soccidante che autorizzi il soccidario a ricevere il 100% dell’aiuto. Una previsione che raramente è stata esplicitata con tali percentuali in passato e che va a favore dei soccidanti.
Le risorse a disposizione di questa misura ammontano a 4,5 milioni e l’incentivo sarà modulato a seconda del numero di animali richiesti a premio con un massimo di 150 euro per capo. È demandato ad Agea provvedere alla erogazione dell’aiuto e alla emanazione delle istruzioni operative per l’adesione degli interessati alla misura. Il beneficiario tramite i CAA riceverà una domanda precompilata con il numero dei capi che hanno maturato tutte le condizioni di ammissibilità nel corso del 2024 e potrà accettare la domanda o eventualmente chiederne la modifica, secondo le istruzioni operative diramate dal Soggetto gestore dell’aiuto.
Il Secondo Decreto prevede invece un aiuto per sostenere gli allevamenti di razze autoctone e nello specifico delle razze di bovini da carne: Piemontese, Marchigiana, Chianina, Podolica, Sardo Bruna e Sarda e con un fondo a disposizione di 10 milioni di euro.
L’aiuto è concesso una tantum, nel limite massimo di 100 euro/UBA e sempre in regime de minimis, per gli animali iscritti al libro genealogico alla data del 31 dicembre 2024.
Agea definirà le istruzioni operative per effettuare la domanda di aiuto che prevedranno tra le altre la presentazione dell’attestazione di iscrizione al libro genealogico rilasciato dall’Associazione nazionale di razza corrispondente. Quindi nel caso della Piemontese l’ANABORAPI, per la Marchigiana, Chianina e Podolica l’ANABIC e per la razza Sardo Bruna e Sarda l’ANACLI.

Decreto ministeriale n. 670020

Decreto ministeriale n. 670040

Focus sulle Comunità Energetiche Rinnovabili con il progetto pilota a Mantova

Una sinergia per decarbonizzare il settore agricolo in linea con l’Agenda dell’Unione Europea. A poco più di un anno dall’avvio dell’intesa tra Edison e Confagricoltura, siglata a dicembre 2023, le due organizzazioni si sono riunite oggi a Palazzo della Valle per fare il punto della situazione, con un focus sulle Comunità Energetiche Rinnovabili.

La società leader dell’energia con 140 anni di storia e la più antica Associazione di rappresentanza delle aziende agricole italiane hanno, infatti, avviato un progetto pilota a Mantova proprio su questo tema: un’iniziativa che rientra nel percorso di Confagricoltura per la realizzazione di una comunità energetica rinnovabile di respiro nazionale (facendo leva su una norma – articolo 47, comma 10 – del decreto-legge 24 febbraio 2023, n. 13) che opererà sottoforma di una cooperativa. Quello di Mantova rappresenta un primo esempio concreto di configurazioni locali di autoconsumo, e Edison è un partner cruciale per la definizione progettuale e la fornitura di tecnologie.

“Confagricoltura ha ritenuto fin da subito che l’adesione da parte delle imprese agricole a un modello di condivisione dell’energia potesse rafforzare la competitività, abbattendo i costi, riducendo l’impronta ambientale e migliorando l’accesso a tecnologie avanzate. La collaborazione con Edison nell’ambito del progetto ci consente di supportare le aziende, promuovendo le rinnovabili e l’efficienza energetica. Puntiamo a una crescita, certamente in termini di produttività, ma anche culturale del sistema agricolo – ha dichiarato Massimiliano Giansanti, Presidente di Confagricoltura, proseguendo con un commento sulle agroenergie –. Il contributo dell’agricoltura alle rinnovabili elettriche è importante con circa 3 GW di fotovoltaico installato e più di 1 GW di biogas a cui va aggiunto anche il contributo delle biomasse. Crediamo che nel 2026, anche grazie alle misure del PNRR, si possa raggiungere un potenziale aggiuntivo di +3 GW, con benefici economici, ambientali e sociali”.

 “Edison è impegnata nel fornire soluzioni innovative e tecnologicamente avanzate – dalle comunità energetiche rinnovabili al biometano – per accelerare la transizione energetica del settore agricolo, un comparto altamente strategico. La collaborazione con Confagricoltura ci permetterà di sperimentare modelli di comunità energetiche rinnovabili, che non solo garantiscono benefici economici e ambientali, ma che promuovono anche un approccio sostenibile e condiviso all’energia. Progetti come quello di Mantova rappresentano un passo importante verso l’integrazione delle rinnovabili nel

tessuto produttivo italiano e un esempio concreto di come le sinergie possano contribuire al raggiungimento degli obiettivi europei di decarbonizzazione”, ha dichiarato Nicola Monti, Amministratore delegato di Edison.

 L’evento ha coinvolto altri attori del settore energia per stimolare una riflessione più ampia sul tema della decarbonizzazione. La mattinata si è aperta con una relazione di Giorgio Graditi, Direttore di ENEA, con un focus sulle tecnologie al servizio della transizione ecologica, seguita dall’intevento di Patrizio Giacomo La Pietra, Sottosegretario di Stato Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, che ha ricordato gli ottimi risultati del Bando Agrisolare conseguiti senza consumare terreno agricolo. Si è poi proseguito con un tavolo di confronto che ha visto gli inteventi, oltre che di Giansanti e di Monti, anche di Paolo Arrigoni, Presidente di GSE, e di Franco Cotana, Amministratore Delegato di RSE.

Giorgio Graditi, Direttore ENEA, ha così dichiarato: “Parliamo di agroenergetica, un segmento che mette a sistema diverse soluzioni per valorizzare e rafforzare sia l’agricoltura sia la produzione di energia. L’energia e il suo costo, infatti, sono elementi cruciali per la competitivitá di tutte le imprese, comprese quelle agricole. In questo contesto, il legame tra agricoltura ed energia consente di implementare innovazioni con sinergie virtuose connesse alla produzione di cibo. Tre aspetti sono fondamentali in questa relazione: le bioenergie, l’agrivoltaico e le comunitá energetiche. Pilastri che contribuiscono alla costruzione di un modello sostenibile, dal punto di vista economico, ambientale e sociale. L’integrazione tra questi fattori rappresenta una soluzione concreta alla transizione green e apre a nuove prospettive di sviluppo dei territori”.

Paolo Arrigoni, Presidente GSE, ha così dichiarato: “Il settore agricolo sta svolgendo un ruolo da protagonista nella transizione energetica. Sono 4 le misure del PNRR, gestite dal GSE, specifiche per il comparto e la domanda da parte delle imprese é davvero forte. Gli ambiti interessati sono: agrisolare, agrivoltaico, biometano e comunitá energetiche”.

Franco Cotana, Amministratore Delegato RSE, ha così dichiarato: “Per una completa decarbonizzazione dobbiamo sviluppare tecnologie ancora non mature. RSE è impegnata su questo fronte. Il rapporto con l’agricoltura in questo senso é fondamentale perché é dal territorio che nascono le opportunitá, ad esempio le bioenergie. É opportuno iniziare dalla consapevolezza del loro forte contributo alle rinnovabili. C’è ancora un ampio margine di sviluppo. Pensiamo ai 4milioni di ettari di terreni marginali abbandonati; almeno 1 milione di ettari potrebbero essere utilizzati per produrre energia. Lo sviluppo della ricerca sarà foriero di grandi opportunitá”.