Imprenditori agricoli attivi nel settore biologico, cooperative e fattorie sociali o chiunque sia interessato a promuovere modelli di agricoltura che pongano al centro la tutela della persona e la sua dignità hanno finalmente un luogo e un logo con cui identificarsi: Aspaglio.
L’innovativa sezione di rappresentanza di Confagricoltura nasce dalla sede astigiana dell’Organizzazione e si pone l’obiettivo di creare un solido distretto di agricoltura sociale che si proponga come innovativo progetto di rete e punto di riferimento nazionale per le aziende agricole. Un incubatore d’idee in grado di offrire sostegno e assistenza all’accesso di finanziamenti in micro credito, di fornire informazioni sulle possibilità offerte dai bandi pubblici, promuovere percorsi formativi per l’avviamento di una fattoria sociale e raccogliere testimonianze e documentazione delle realtà attive sul territorio italiano.
Per illustrare le linee guida di Aspaglio, sabato 21 maggio ad Albugnano, nei locali di Ca’ Mariuccia, è stato ospitato il convegno “Fattorie multifunzionali: riscoprire il ruolo sociale dell’agricoltura” moderato dalla giornalista RAI Claudia Apostolo.
L’azienda agricola etica Ca’ Mariuccia, associata a Confagricoltura Asti e fondata da Andrea Maria Pirollo, ha rappresentato la location ideale per il battesimo di Aspaglio e favorire opportunità di confronto tra differenti modelli sociali e produttivi nel mondo agricolo.
Perché Aspaglio? “La nostra confederazione“, ha spiegato Francesco Giaquinta, direttore generale di Confagricoltura Asti, “vuole rappresentare tutte le agricolture e siamo i primi in Italia ad aver puntato su un progetto dedicato all’agricoltura sociale, settore in cui vogliamo diventare punto di riferimento”.
L’agricoltura sociale è un comparto produttivo in rapida evoluzione e per questo il Parlamento ha deciso d’intervenire con una legge “aperta”, la 141 dell’agosto 2015, come ricordato dall’onorevole astigiano e relatore del provvedimento Massimo Fiorio. Non tutte le regioni italiane hanno però dimostrato la dovuta attenzione alla nuova pratica e prova ne è lo scarso finanziamento previsto dal nuovo PSR 2014-2020 della Regione Piemonte, a differenza dell’Abruzzo che ha invece stanziato 10 milioni di euro per attività di agricoltura sociale.
Una grave mancanza visto che l’agricoltura sociale “è la chiave per slegare il concetto di welfare dall’assistenzialismo e offrire opportunità di reddito a persone svantaggiate, un beneficio che ricade positivamente anche sulle casse di denaro pubblico” ha precisato Luigi Cesare Ivaldi, consigliere di Aspaglio e presidente nazionale dell’ente di promozione sociale “Asini si nasce…ed io lo nakkui“.
Gli ha fatto eco Andrea Maria Pirollo, vicepresidente di Aspaglio: “L’agricoltura è il posto ideale dove spendere energie condivise ed Aspaglio offre possibilità d’inserimento in ambito agricolo anche a persone che giungono da realtà molto distanti”.
L’agricoltura sociale è tuttavia non solo una risposta economica ma anche etica: “All’inizio ci sentivamo presi in giro quando dicevamo che attraverso l’agricoltura la gente poteva stare meglio, ora che l’agricoltura sociale è un fenomeno capillare sul territorio nazionale raccogliamo i frutti dell’intenso lavoro svolto in questi anni”, ha dichiarato Marco Berardo Di Stefano, presidente nazionale della Rete Fattorie Sociali e dirigente di Confagricoltura. L’organizzazione agricola ha firmato a fine 2015 un protocollo con il Ministero della Giustizia, unico in Italia, per impiegare detenuti nella coltivazione di campi di proprietà degli istituti penitenziari. Un’opportunità di reinserimento sociale e lavorativo nel settore agricolo per creare vere e proprie imprese prevedendo la commercializzazione dei prodotti anche sul libero mercato.
Reddito, dignità e reinserimento sociale sono l’offerta che migliaia di contadini garantiscono ogni giorno a persone in difficoltà”, ha precisato Patrizia De Pollo, presidente di Aspaglio. “Questo è il benessere in campo agricolo e Aspaglio vuole intercettare tutte le realtà che ne producono, proponendo un incubatore che le tuteli e rappresenti. Assicuro che la migliore gratificazione per le persone svantaggiate è poter avere una chance di proseguire il proprio percorso di vita nella dignità del lavoro”. Aspetti vissuti giornalmente dalla De Pollo che oltre ad essere presidente di Aspaglio conduce L’Asinergia, fattoria sociale e didattica associata a Confagricoltura Asti che con il progetto “Oltre il giardino” impiega i detenuti nell’orto e nel frutteto del carcere di Quarto d’Asti.

LE CASE HISTORY PRESENTATE A CA’ MARIUCCIA

Conclusi gli interventi dei relatori ampio spazio è stato dedicato alle case history, storie di “emancipazione” dalle regole preposte.
Testimonianze sono giunte da Ibrahim Diabate di SOS Rosarno, progetto nato nella Piana di Gioia Tauro dopo i fatti del 2010 che hanno portato alla luce i casi di sfruttamento e riduzione in schiavitù degli immigrati nel settore agricolo. Grazie ad SOS Rosarno contadini e aziende producono oggi agrumi e olio, rigorosamente biologici, certificati e venduti a un prezzo giusto che permetta ai proprietari terrieri di assumere regolarmente i braccianti africani che poi, a loro volta, coi loro guadagni, alimentano l’economia locale.
Obiettivi condivisi da Alessandra Turco dell’ARI, associazione impegnata nella lotta per prezzi dei prodotti agricoli che permettano una vita “giusta” ai contadini e la conservazione della biodiversità agricola.
Maurizio Ferraro, tra i referenti della Cooperativa Sociale Agricola G. Garibaldi di Roma, ha poi raccontato come un gruppo di ragazzi con autismo coltiva tre ettari di terra negli spazi dell’Istituto Agrario Garibaldi, i cui frutti vengono in parte utilizzati in cucina e in parte venduti nei mercati locali.
Anche il mondo ecclesiastico è sensibile alle tematiche promosse dall’agricoltura sociale. Sorella Laura dell’Associazione no-profit Monte Luce, ad esempio, è impegnata nella valorizzazione dell’area montana dell’Eremo di S. Mirofora Maria Maddalena occupandosi della sua salvaguardia e tutela ambientale.
Maurizio Radin della Fattoria sociale Pachamama e presidente della sede di Asini si nasce…e io lo nakkui di Marostica ha invece illustrato i benefici della pet therapy, in particolar modo con gli asini, utilizzata con persone svantaggiate per offrire benessere psicofisico.
Nel finale Patrizia De Pollo ha presentato le attività de L’Asinergia, cooperativa sociale agricola che svolge attività diurne, interventi assistiti con gli asini, azioni di formazione, inclusione socio-lavorativa e, come detto, opera presso la Casa di Reclusione di Asti dove la conduzione delle coltivazioni è affidata ad alcuni detenuti soci lavoratori della cooperativa.

GUARDA LE FOTO DEL CONVEGNO

GUARDA IL VIDEO DEL CONVEGNO

 

 

Un incubatore per valorizzare il ruolo sociale dell’agricoltura e il punto d’incontro ideale per avvicinare universi distanti, quello dell’autodeterminazione alimentare e il mondo sistemico, che condividono il diritto alla terra e al cibo. Questo è il progetto Aspaglio.

 

 

Confagricoltura Asti per farlo conoscere e rafforzarlo dedica all’agricoltura sociale una nuova sezione di rappresentanza.
Aspaglio muove da Asti il primo e decisivo passo, con il convegno “Fattorie multifunzionali: riscoprire il ruolo sociale dell’agricoltura” in programma sabato 21 maggio alle 10,30 nei locali di Ca’ Mariuccia (Località Sant’Emiliano 2, Albugnano – prov. Asti), azienda agricola etica fondata da Andrea Pirollo e associata a Confagricoltura Asti.
Pirollo è tra i fondatori del progetto, ricoprendo la carica di vicepresidente, con Patrizia De Pollo, presidente di Aspaglio e L’Asinergia, fattoria sociale e didattica associata a Confagricoltura Asti che con il progetto “Oltre il giardino” impiega i detenuti nell’orto e nel frutteto del carcere di Quarto d’Asti. Al loro fianco Luigi Cesare Ivaldi, Angela Calligaro e Valter Dessimone, consiglieri di Aspaglio, che in Confagricoltura ha trovato la struttura ideale per evolversi e aprirsi alle varie forme di associazionismo.
Il convegno rappresenterà un’importante occasione per facilitare il dialogo tra il mondo istituzionale e quello delle agricolture resistenti anche nell’Astigiano” chiarisce Pirollo.
Esperienze di “resistenza” al sistema capitalista delle grandi industrie alimentari che saranno al centro delle case history presentate nel corso del dibattito.
Avvicinare, facilitare, diffondere, tutelare e assistere rappresentano le linee guida di Aspaglio: avvicinare le persone e gli agricoltori tradizionali ad un nuovo modo di concepire la terra e la produzione agricola, facilitare l’inserimento in agricoltura con nuovi strumenti giuridici e finanziari, diffondere la conoscenza dell’agricoltura sociale e i suoi vantaggi, la civiltà contadina e le comunità agricole, assistere l’accesso a formule di microcredito.
I lavori avranno inizio con il saluto del presidente di Confagricoltura Asti, Massimo Forno, e del “padrone di casa” Andrea Pirollo.
Ospiti in veste di relatori l’onorevole Massimo Fiorio, vicepresidente Commissione Agricoltura della Camera e relatore della legge 141 del 2015, Augusto Ferrari, assessore alle Politiche sociali, della Famiglia e della Casa della Regione Piemonte, Marco Berardo Di Stefano, nel 2007 nominato da Confagricoltura responsabile del settore Fattorie Sociali e presidente nazionale della Rete Fattorie Sociali, e Luigi Cesare Ivaldi, oltre che consigliere di Aspaglio anche presidente nazionale dell’ente di promozione sociale “Asini si nasce…e io lo nakkui“.
A moderare l’incontro Claudia Apostolo, giornalista RAI. Al termine della parte convegnistica, nel pomeriggio, si terranno dimostrazioni pratiche di agricoltura naturale nei terreni che circondano Ca’ Mariuccia.

Venerdì 25 marzo nella sede centrale di Confagricoltura Asti (via Monti 15) è stato presentato il progetto Aspaglio, nuova sezione di rappresentanza di Confagricoltura dedicata all’agricoltura sociale.
Il presidente di Confagricoltura Asti, Massimo Forno, ha evidenziato in conferenza stampa che con la nuova pratica l’agricoltura segna un significativo ritorno alle origini, offre possibilità di reinserimento ai soggetti più svantaggiati e rivela interessanti opportunità economiche per gli imprenditori agricoli: “Confagricoltura crede molto in questo progetto e siamo orgogliosi di essere stati i primi, a livello nazionale, ad aver individuato le grandi opportunità economiche che risiedono nella nuova pratica. Alcuni potranno restare straniti dall’accostamento tra agricoltura e sociale ma in realtà, la storia ci insegna, il mondo agricolo opera sin dai primordi nel tessuto sociale grazie alle opportunità offerte dai contadini anche alle persone più fragili come, ad esempio, i lavoratori extracomunitari. Con l’agricoltura sociale il concetto si amplia e rafforza, includendo anche i soggetti diversamente abili o a rischio di marginalizzazione”.
Confagricoltura Asti con Aspaglio si propone come autorevole referente per la creazione di un distretto dell’agricoltura sociale in Piemonte, un obiettivo ambizioso e per questo affidato nella mani di una equipe di esperti del settore presieduta da Patrizia De Pollo.

Patrizia De Pollo (presidente Aspaglio)

Ho accettato subito questo incarico“, ha affermato De Pollo, “perché credo fortemente nel ritorno all’agricoltura e nei vantaggi, sia in termini economici sia di sostenibilità ambientale, che l’agricoltura sociale può offrire anche nell’Astigiano. E’ importante che proprio dal nostro territorio si diffonda la cultura che si può fare agricoltura anche in maniera etica e solidale. Sono valori in cui crediamo fortemente ma dobbiamo essere in grado di comunicarli con efficacia anche ai consumatori”.

Andrea Pirollo (vicepresidente Aspaglio)

Per Andrea Pirollo, vicepresidente di Aspaglio e titolare di Ca’ Mariuccia (azienda agricola etica associata a Confagricoltura Asti), la scelta di utilizzare l’agricoltura sociale come pratica produttiva si riflette in uno stile di vita olistico: “Negli ultimi vent’anni sono stati creati una miriade di neologismi per diversificare i vari tipi di agricoltura ma in realtà la cosa più importante è il ritorno alla terra. E’ riduttivo tentare di incasellare l’agricoltura sociale come una semplice pratica agricola: con Aspaglio l’obiettivo è infatti quello di creare un incubatore d’idee, aperto agli operatori del mondo agricolo ma non soltanto, dove condividendo principi etici e i fondamenti per una produttività sostenibile si riesca a valorizzare il lavoro svolto nei campi e si educhi il consumatore ad affrontare scelte più consapevoli e salutari a tutto campo, partendo ovviamente da quello che mette nel piatto ogni giorno”.

La nuova sezione di rappresentanza Aspaglio è quindi pronta a muovere i primi passi sotto l’egida di Confagricoltura Asti: “Con questo progetto“, ha concluso Francesco Giaquinta, direttore generale di Confagricoltura Asti, “desideriamo offrire sostegno e assistenza nell’accesso a finanziamenti in microcredito, l’ostacolo più importante per chi oggigiorno è interessato ad avviare una nuova impresa agricola ma non trova le opportune soluzioni dagli istituti di credito”.
Gli uffici di Confagricoltura Asti sono a completa disposizione per fornire maggiori informazioni e chiarimenti sul progetto Aspaglio. Contatti: 0141.434943 – agrisociale@confagriasti.com

Angela Calligaro (consiglio direttivo Aspaglio)

 

Valter Dessimone (consiglio direttivo Aspaglio)

Confagricoltura Asti ha recentemente creato una nuova sezione di rappresentanza dedicata all’agricoltura sociale. Il progetto denominato “Aspaglio” sarà presentato in conferenza stampa venerdì 25 marzo, alle 10, nella sede di Confagricoltura Asti in via Monti 15.

LOGO ASPAGLIO
“Aspaglio si propone come incubatore d’idee aperto a tutti gli operatori del mondo agricolo – e non soltanto – desiderosi di cogliere i vantaggi legati all’agricoltura sociale– spiega Patrizia De Pollo, presidente della nuova sezione di Confagricoltura Asti. L’agricoltura sociale pone al centro la tutela della persona e la sua dignità, slegando il concetto di welfare dall’assistenzialismo e offrendo interessanti opportunità per l’imprenditoria locale”.
Con l’approvazione della legge n.141 del 18 agosto 2015 si è infatti aperta la possibilità di reinserire soggetti svantaggiati nelle fattorie didattiche e sociali, agri-nido e agri-asilo: le aziende agricole possono così ampliare il concetto di multifunzionalità, anche nel contesto sociale.
Interesse di Confagricoltura Asti con la nuova sezione di rappresentanza è dare impulso alle start up piemontesi che decidono d’investire nell’agricoltura ma anche alle aziende già esistenti e interessate alla riconversione dal convenzionale al biologico, all’etico e al sociale.
“L’obiettivo è creare un solido distretto dell’agricoltura sociale in Piemonte – puntualizza Andrea Pirollo, vicepresidente della sezione – che si proponga come innovativo progetto di rete e punto di riferimento delle aziende agricole, in grado di offrire sostegno e assistenza all’accesso di finanziamenti in microcredito, fornire informazioni sulle possibilità offerte dai bandi pubblici, promuovere percorsi formativi per l’avviamento di una fattoria sociale, raccogliere testimonianze e documentazione inerente l’agricoltura sociale”.
Gli uffici di Confagricoltura Asti sono a completa disposizione per fornire maggiori informazioni e chiarimenti. Contatti: 0141.434943 – agrisociale@confagriasti.com

La Legge 141 fa incontrare mondi diversi, quello agricolo e sociale, che in apparenza possono sembrare distanti ma nella pratica rappresentano una grande opportunità economica per gli imprenditori e una possibilità d’inclusione rivolta ai soggetti che vivono situazioni di disagio ed emarginazione.
Nell’Astigiano è attivo un apposito tavolo di lavoro sviluppato d’intesa tra il Comune di Asti e i soggetti operanti sul territorio. Tra i promotori l’associazione “Asini si nasce…e io lo nakkui” di Asti, diretta da Cesarino Ivaldi.
Il convegno “Discorsi terra-terra”, ospitato venerdì 26 febbraio dentro le mura della Casa di Reclusione di Quarto d’Asti, ha rappresentato un importante momento di approfondimento sul tema. Tra i relatori il senatore Enrico Buemi, il deputato astigiano Massimo Fiorio, il presidente della Rete Fattorie Sociali Marco Berardo Di Stefano, gli assessori comunali Piero Vercelli e Andrea Cerrato.
Presente in sala anche Luca Brondelli di Brondello, Presidente di Enapra, Ente di formazione di Confagricoltura, che ha realizzato diverse iniziative formative sul tema dell’agricoltura sociale.
L’agricoltura sociale, secondo Buemi, si propone come la soluzione più adatta per la riabilitazione dei detenuti: crea nuove figure professionali, che con il loro lavoro “restituiscono” alla società quanto tolto con le attività criminose, offre opportunità di reddito per gli imprenditori e garantisce al consumatore di avere nel piatto prodotti etici e di qualità. L’agricoltura sociale è quindi un’opportunità per integrare il concetto di welfare, non più solo assistenziale ma anche partecipato.
L’incontro tra agricoltura e sociale è sintetizzabile con le parole di Marco Berardo Di Stefano, tra i fautori della legge: “L’agricoltura e la natura permettono ad ogni persona di scoprire o riscoprire i suoi naturali talenti, è possibile attraverso il lavoro avere una prospettiva diversa. Questo non solo permette di migliorare la qualità della vita dei beneficiari dei progetti di Agricoltura Sociale, ma per la collettività, una persona che riprende il suo percorso di vita nella dignità del lavoro, è anche motivo di risparmio economico ”.
La cooperativa sociale agricola L’Asinergia, fattoria sociale e didattica associata a Confagricoltura Asti, è un valido esempio delle potenzialità offerte dall’agricoltura sociale nell’Astigiano. Con il progetto “Oltre il giardino” la cooperativa impiega i detenuti nell’orto e nel frutteto del carcere di Quarto: “E’ un modo per far riacquistare ai detenuti la propria dignità e una valida opportunità di rendita, senza sovvenzioni statali. Offriamo prodotti completamente naturali e di ottima qualità” chiarisce Patrizia De Pollo, presidente de L’Asinergia. Peccato che tra gli acquirenti non figura proprio il carcere dove i prodotti vengono coltivati, questo a causa della centralizzazione degli appalti di vendita.
Un grave problema, come sottolineato anche dal garante regionale dei detenuti Bruno Mellano, a cui si deve presto porre rimedio apportando modifiche alla legge di riferimento.
L’agricoltura sociale può essere tuttavia applicata anche in ambiti diversi dal carcere, come suggerito da Cesarino Ivaldi, ad esempio nell’affitto di terreni abbandonati che possono essere riqualificati e restituiti alla collettività.
In conclusione dell’incontro Pina Romano (Confagricoltura) ha illustrato i dettagli dell’intesa – unica in Italia – tra Confagricoltura e il ministero di Grazia e Giustizia per promuovere speciali convenzioni con le direzioni degli istituti penitenziari, volte ad occupare gruppi di detenuti nella cura dei campi di proprietà delle carceri e creare imprese agricole a tutti gli effetti.
Confagricoltura Asti convocherà nei prossimi giorni una conferenza stampa per illustrare i nuovi servizi, offerti dall’organizzazione, dedicati all’agricoltura sociale.