Confronto positivo quello di stamattina con il Governo. A Draghi abbiamo segnalato prima di tutto la necessità di incidere in maniera forte sul tema dell’inflazione”. È il commento del presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, sull’incontro organizzato a Palazzo Chigi con i rappresentanti del mondo produttivo.
Mai come oggi, gli interessi delle aziende coincidono con quelli dei cittadini perché produrre a costi più bassi vuol dire anche tenere sotto controllo i prezzi sui beni di consumo. “Se non abbassiamo i costi di produzione per le imprese sarà difficile dare un concreto aiuto alle famiglie in difficoltà”, prosegue Giansanti. “Questo è possibile abbattendo i costi dell’energia ricomprendendo le aziende agricole nella lista delle imprese energivore ed estendendo i benefici del credito d’imposta sul gasolio fino a fine anno. Con questi interventi sarà possibile produrre ad un costo minore con effetti significativi sulle tasche dei consumatori italiani”.
Altro tema caldo sul quale Confagricoltura ha battuto molto durante l’incontro con il Governo è stato quello del lavoro agricolo con la richiesta di snellire i tempi della burocrazia che ancora rallentano gli ingressi previsti dal decreto Flussi. Non solo. “Accelerando il programma del taglio del cuneo fiscale e degli aiuti imprese che stabilizzano i rapporti di lavoro – spiega Massimiliano Giansantisarà possibile avere un sistema produttivo performante al pari dei nostri competitor europei. Viviamo uno scenario di difficoltà ormai evidente sui mercati sia europei sia internazionali. Non c’è tempo da perdere”.
Giansanti ha anche ricordato quanto sia fondamentale una Food Policy condivisa sui temi prioritari per il settore primario. “Bisogna sospendere e ripensare la strategia Farm to Fork – commenta il presidente della Confederazione – e varare un nuovo piano straordinario per la sicurezza alimentare”.
E ancora. In autunno la Commissione europea si esprimerà sul Nustriscore. “Ci aspettiamo che il governo ribadisca la netta posizione contraria a questo sistema di etichettatura in favore del più logico e valido Nutrinform. Stessa chiarezza la chiediamo sulla posizione che l’Italia intende assumere sui crediti di carbonio”, conclude Giansanti.

Con la ripresa delle esportazioni via mare dell’Ucraina, circa 20 milioni di tonnellate di grano potranno essere collocate sui mercati internazionali, con il risultato di ridurre sensibilmente il rischio di una crisi alimentare globale. Adesso valuteremo gli effetti dell’intesa sul mercato, anche alla luce della flessione che le produzioni hanno subito e subiranno a causa della siccità”. È il commento del presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, sull’accordo firmato oggi per lo sblocco dell’export agroalimentare dai porti dell’Ucraina.
Secondo i dati della FAO – evidenzia Confagricoltura – sono più di 50 i Paesi in via di sviluppo che, fino allo scorso anno, dipendevano dal grano esportato dall’Ucraina per la copertura del fabbisogno totale interno.
Nel 2021, ha fatto sapere la Commissione europea, le esportazioni agroalimentari dell’Ucraina ammontarono a circa 24 miliardi di euro. Le vendite all’estero di grano e semi oleosi hanno inciso per l’84% sul totale. Quasi il 90% dell’export complessivo di settore è stato effettuato via mare.
L’accordo raggiunto è positivo anche sotto un altro aspetto di rilievo”, prosegue Giansanti. “La ripresa delle vendite all’estero da parte dell’Ucraina consentirà di liberare le strutture necessarie per lo stoccaggio dei nuovi raccolti, facilitandone l’ordinata commercializzazione”.
Seguiremo con particolare attenzione anche gli eventuali effetti che lo sblocco dell’export agricolo ucraino potrà avere sulle quotazioni internazionali dei cereali”, conclude il presidente della Confederazione.
Secondo i dati ancora provvisori dell’Istat, nei primi tre mesi di quest’anno il saldo valutario dell’Italia per l’interscambio con l’estero di cereali, semi oleosi e farine proteiche è risultato negativo per 781 milioni di euro, con un incremento di 240 milioni sullo stesso periodo del 2021.

In palio 120 mila euro più 20 mila euro per un progetto sulla gestione e riqualificazione del verde pubblico

Parte rinnovata la settima edizione di “Coltiviamo agricoltura sociale”, il premio ideato da Confagricoltura, Senior L’età della Saggezza Onlus e Reale Foundation in collaborazione con la Rete Fattorie Sociali e l’Università di Roma Tor Vergata, che punta a valorizzare, attraverso l’agricoltura, questa forma di welfare verde per offrire supporto, riabilitazione e reinserimento sociale alle persone più fragili.
Due le principali novità: a garanzia di una maggiore trasparenza è stata eliminata la votazione on-line, dando così modo alla giuria di esaminare tutti i progetti presentati. E, oltre ai tre premi da 40.000 euro uniti a tre borse di studio per frequentare il Master di Agricoltura Sociale presso l’Università di Roma Tor Vergata, è stato aggiunto un “premio speciale 2022” per un progetto di gestione e riqualificazione del verde pubblico, per il quale potranno partecipare anche le cooperative sociali non agricole. L’idea vincitrice riceverà 20.000 euro.
Con questa settima edizione – rimarca Confagricolturainsieme ai nostri partner raggiungeremo un totale di 20 progetti premiati, tutti perfettamente operativi ed equamente distribuiti su tutto il territorio nazionale. E’ la migliore dimostrazione di come questa attività, che si traduce in un forte strumento di integrazione e di inclusione, abbia messo salde radici, diventando un’eccellenza del made in Italy”.
Una scelta imprenditoriale quella di impegnarsi in progetti sociali all’interno di imprese agricole, che ha saputo coniugare perfettamente i ritmi lenti della natura con il reinserimento lavorativo, restituendo dignità a migliaia di persone. Questo tipo di agricoltura è oggi ben consolidata sul territorio: sono più di 3.500 le aziende del settore che vi si dedicano con successo, occupando 38 mila addetti, con un fatturato di 300 milioni.
Le aziende agricole impegnate in progetti di agricoltura sociale sono unite da una visione dell’agricoltura che va ben oltre la coltivazione e la produzione. Pur mantenendo un forte legame con la terra, sono state capaci di evolversi al punto di trasformarsi in un collegamento tra persone e processi sociali e culturali diversi, dimostrando il loro valore decisivo per le comunità rurali.
Tutte le info per candidarsi alla VII edizione bando, che sarà attivo fino alla mezzanotte del 20 ottobre 2022, su www.coltiviamoagricolturasociale.it

Confagricoltura accoglie con favore la decisione della Commissione Europea di intervenire sui dazi doganali per contenere l’aumento dei prezzi dei fertilizzanti. Il regolamento approvato sospende le tariffe convenzionali fino al 31 dicembre 2024 per l’ammoniaca e l’urea, elementi fondamentali per la fertilizzazione. Il provvedimento mitiga, anche se in piccola parte, i notevoli aumenti riscontrati a partire dal secondo semestre 2021, situazione che si è ulteriormente aggravata a seguito all’invasione russa dell’Ucraina.
La decisione della Commissione era molto attesa dal mondo agricolo alla luce degli incrementi record come nel caso dell’urea, aumentata del 185% rispetto allo scorso anno. La misura temporanea di liberalizzazione degli scambi, infatti, in un momento di scarsità sui mercati internazionali dei fertilizzanti azotati, allinea il mercato UE rispetto ad altri mercati mondiali che non hanno dazi all’importazione, costituendo così un incentivo all’offerta.
Dalla sospensione sono escluse Russia e Bielorussia, due Paesi che da soli esportano nei Paesi UE il 43% dei fertilizzanti. Il provvedimento rappresenta soltanto un primo passo, perché la sospensione ha bisogno di essere estesa ai dazi su tutte le principali tipologie di fertilizzanti usati direttamente dagli agricoltori.
Nonostante ciò, la scelta della Commissione avrà sicuramente un effetto benefico sulle economie delle aziende agricole italiane, le quali, insieme all’impennata dei prezzi, sono alle prese con la scarsità sul mercato di materie prime per la fertilizzazione del terreno, con forti preoccupazioni per il prossimo autunno.

Confagricoltura ha espresso apprezzamento per la scelta intrapresa dalla Commissione Europea, a lungo richiesta dalla Confederazione, di sospendere la rotazione annuale obbligatoria dei seminativi prevista dalla nuova PAC 2023 – 2027 e di permettere la coltivazione dei campi lasciati a riposo per la produzione di cereali e semi oleosi. In una congiuntura segnata dall’incremento dei prezzi energetici e dei fertilizzanti, gli agricoltori – purtroppo con le difficoltà legate alla siccità, all’aumento dei costi energetici e dei mezzi tecnici – avranno la possibilità di mettere a coltura almeno 3 milioni di ettari aggiuntivi negli Stati membri dell’Unione Europea, di cui circa 200 mila solo in Italia, compensando la dipendenza dalle importazioni cerealicole per la copertura del fabbisogno interno, aumentata sensibilmente con il periodo di siccità in atto (circa il 30% delle produzioni nazionali).