L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM), ha pubblicato la circolare n. 50 del 22 dicembre 2020 con cui ha fornito aggiornamenti su contenuti delle dichiarazioni che dovranno essere trasmesse entro marzo 2021 ai fini dell’assolvimento degli obblighi in materia di tassazione dell’energia elettrica consumata, nei casi in cui l’imposta è dovuta (per esempio autoconsumo parziale di energia elettrica prodotta dal proprio impianto fotovoltaico di potenza superiore a 20 kW).
L’adempimento dichiarativo potrà essere assolto solo in forma telematica, entro il mese di marzo del 2021. Per utilizzare i servizi telematici per l’invio della dichiarazione è necessario acquisire delle abilitazioni tramite il Modello Autorizzativo Unico (MAU).
Ai sensi del Testo Unico sulle Accise (D.Lgs. 504/1995), l’energia elettrica (codice NC 2716) è sottoposta ad accisa al momento della fornitura ai consumatori finali, ovvero al momento del consumo per l’energia elettrica prodotta per uso proprio.
Per quanto di interesse delle imprese agricole, non è invece sottoposta ad accisa l’energia elettrica di seguito indicata:

– Prodotta con impianti azionati da fonti rinnovabili ai sensi della normativa vigente in materia, con potenza non superiore a 20 kW;

– Prodotta con gruppi elettrogeni azionati da gas metano biologico.

E’ inoltre esente dall’accisa l’energia elettrica:

– Prodotta con impianti azionati da fonti rinnovabili ai sensi della normativa vigente in materia, con potenza disponibile superiore a 20 kW, consumata dalle imprese di autoproduzione in locali e luoghi diversi dalle abitazioni;

– Consumata per qualsiasi applicazione nelle abitazioni di residenza anagrafica degli utenti, con potenza impegnata fino a 3 kW, fino ad un consumo mensile di 150 kWh.

– Per i consumi superiori ai limiti di 150 kWh per le utenze fino a 1,5 kW e di 220 kWh per quelle oltre 1,5 e fino a 3 kW.

Per ulteriori informazioni si può consultare la documentazione ai link che seguono:

https://www.adm.gov.it/portale/en/dichiarazione-di-consumo-energia-elettrica-e-gas-naturale-2020

https://www.adm.gov.it/portale/dichiarazioni-annuali-per-l-energia-elettrica-e-per-il-gas-naturale-2019-sistema-telematico-doganale

Sul sito del Mipaaf è stato pubblicato il decreto dipartimentale Prot. n. 9400871 del 28 dicembre 2020 recante “Disposizioni per l’emissione del documento elettronico MVV-E per il trasporto dei prodotti vitivinicoli, in applicazione dell’articolo 16 del decreto ministeriale 2 luglio 2013”

https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/12504

Il decreto sostituisce il precedente decreto dipartimentale prot. n. 338 del 13 aprile 2018 il cui testo viene riproposto e integrato, introducendo le norme tecniche atte a consentire l’utilizzo di due nuove funzionalità a corredo dell’emissione del documento MVV-E (documento MVV in formato elettronico).

In particolare sono state previste:

– una procedura di riserva nel caso di indisponibilità delle funzionalità SIAN per i trasporti in cui è obbligatoria l’emissione dell’MVV-E;

– la possibilità di inserire nel sistema informativo eventuali variazioni che possono verificarsi nel corso del trasporto (luogo di consegna, conducente, mezzo di trasporto).

Sulla Gazzetta Ufficiale n. 323 del 31 dicembre 2020 è stato pubblicato il decreto-legge n. 183/2020 (cosiddetto decreto Milleproroghe) con il quale, tra le altre cose, è stata prevista in favore degli imprenditori agricoli professionali, coltivatori diretti, mezzadri e coloni beneficiari dell’esonero contributivo per i mesi di novembre e dicembre 2020 previsto dal cosiddetto “decreto Ristori” (legge 18 dicembre 2020 n. 176), la sospensione dal pagamento della rata in scadenza al 16 gennaio 2021 fino alla comunicazione, da parte dell’ente previdenziale, degli importi contributivi da versare e comunque non oltre il 16 febbraio 2021 (articolo 10, comma 6).

Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte: “Pronti a collaborare per fare meglio”. Piano di Sviluppo Rurale: finora il Piemonte ha erogato poco più del 60% dei fondi disponibili per il periodo 2014-2020. “Bene la volontà di ridurre drasticamente la burocrazia”

Concordiamo con il presidente Cirio sulla necessità di un Patto per il Piemonte e siamo pronti a impegnarci per costruire e realizzare un piano di rilancio dell’economia che veda l’agricoltura tra i principali artefici della ripresa”. Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte, intervenendo sulle dichiarazioni del presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, condivide gli obiettivi indicati dalla giunta subalpina. “Dobbiamo lavorare tutti insieme – afferma Allasia – per definire un nuovo Programma di Sviluppo Rurale che consenta alle imprese di poter sfruttare completamente e in tempi rapidi tutte le risorse a disposizione”.
Confagricoltura evidenzia che nel periodo di programmazione che si è appena chiuso, pur tenendo presente che le risorse residue potranno essere utilizzate nei prossimi due anni, la capacità di spesa del Piemonte si è dimostrata assai limitata.
In base ai dati non definitivi al 31 dicembre 2020 elaborati da Agea relativi all’avanzamento della spesa (Pubblica e quota FEASR) effettivamente sostenuta il Piemonte si posiziona al 60,34%, a fronte dell’impegno pressoché totale delle risorse. “Questo significa che il sistema di pianificazione, gestione dei bandi, rendicontazione e collaudi ha funzionato a rilento e che può e deve essere migliorato”, commenta il presidente di Confagricoltura Piemonte.
Apprezziamo l’impegno del presidente Cirio che ha dichiarato di voler ampliare il ricorso alle autocertificazioni e ai controlli ex post per le autorizzazioni e i contributi regionali, al fine di velocizzare snellire il carico burocratico per cittadini e imprese – ha aggiunto il direttore di Confagricoltura Piemonte Ercole Zuccaroperché l’agricoltura, che nell’anno del Covid ha continuato a lavorare per assicurare cibo di qualità e materie prime di valore alle industrie agroalimentari locali che hanno potuto mantenere posizioni importanti anche sui mercati internazionali, è pronta a fare la propria parte, con oltre 42.000 imprese agricole attive e 65.000 occupati, nell’interesse del territorio e dei cittadini”.

 

In allegato la tabella  di avanzamento della spesa (Pubblica e quota FEASR) effettivamente sostenuta e la situazione di disimpegno automatico FEASR al 31 dicembre 2020

PSR_avanzamento_31.12.2020_per_N_3_al_31_12_2020

 

Nonostante la ripresa natalizia l’effetto Covid continua a farsi sentire

Queste Feste blindate hanno fatto riscoprire gli alberi di Natale, le stelle e i ciclamini, portando un po’ di colore e atmosfera nelle case degli italiani. Proprio il maggior tempo passato in casa, oltre a ravvivare tradizioni e spirito natalizio, ha spinto la richiesta che per alberi, stelle e ciclamini è cresciuta del 15%. Questi risultati, però, non possono rimanere un episodio spot, ma vanno accompagnati da misure snelle e applicabili per far ripartire l’intero settore”. Lo ha rilevato Francesco Mati, presidente della Federazione nazionale che riunisce i florovivaisti di Confagricoltura.
Il parziale recupero di queste settimane – ha sottolineato Mati – indica una capacità di reazione e tenuta del florovivaismo alle prese con la complessa congiuntura del mercato, che difficilmente si lascerà alle spalle i problemi di questi ultimi mesi. L’intero comparto continua a navigare a vista e la pandemia ha completamente rivoluzionato l’equilibrio domanda/offerta. Preoccupano incertezza e instabilità e c’è forte timore per i fiori recisi, massacrati dall’annullamento di feste, eventi e cerimonie, che hanno perduto il 70%”.
Nelle misure di politica economica agricola, Confagricoltura chiede che, nei vari provvedimenti, venga dedicata una particolare attenzione al florovivaismo.
A partire dalla legge di bilancio, che già prevede alcuni primi elementi positivi come la proroga del bonus verde; uno strumento che, come ha anche chiesto Confagricoltura nella fase di approvazione della manovra, va migliorato e rafforzato. Interessante l’incremento per il programma sperimentale di messa a dimora di alberi per le foreste urbane e periurbane, assieme ad ulteriori interventi di concreta valorizzazione del prodotto florovivaistico nazionale e del comparto.
Veniamo da anni di recessione – ha ricordato Mati – occorre quindi puntare di più sulle produzioni nazionali di fiori e piante, riqualificare il verde pubblico troppo spesso trascurato, migliorare sostenibilità e vivibilità delle aree urbane, soprattutto periferiche, con la messa a dimora e la corretta manutenzione e gestione di viali alberati, parchi e giardini”.
Il comparto – conclude il presidente dei florovivaisti di Confagricolturarappresenta quasi 3 miliardi di euro di valore della produzione, 30 mila imprese e 100mila addetti, garantisce un contributo notevole in termini di crescita ed occupazione senza dimenticare i benefici che i nostri vivai generano per il miglioramento dell’ambiente, della qualità della vita e del futuro del pianeta“.