La misura del credito d’imposta 4.0 per l’acquisto di beni strumentali tecnologici ha permesso di raggiungere la soglia di 2 miliardi di euro di investimenti da parte delle aziende agricole e si è rivelata fondamentale per il settore. Lo ha ribadito Confagricoltura nei giorni scorsi in Commissione Finanze del Senato durante l’audizione sugli strumenti di incentivazione fiscale in cui Mena Maio, della Direzione Politiche Fiscali di Palazzo della Valle, ha chiesto, proprio per la validità della norma, di ripristinare il più presto possibile la percentuale di credito del 40%, come originariamente previsto e successivamente ridotto.
Confagricoltura ha poi evidenziato come anche la misura del “bonus carburante” (un credito d’imposta del 20% sugli acquisti per usi agricoli) abbia avuto effetti molto positivi. Grazie all’agevolazione, che scade proprio con il mese di marzo, infatti, il settore primario ha potuto contenere gli effetti dell’aumento dei costi di approvvigionamento. Anche per questa misura è stata auspicata la riapertura dei termini fino a quando non vi sarà una stabilizzazione dei prezzi.
Infine, alla Commissione Finanze è stata rappresentata anche la necessità di riordinare la disposizione relativa al credito d’imposta per il Mezzogiorno. Attualmente tale agevolazione non ha potuto trovare ampia diffusione in agricoltura a causa di una limitazione oggettiva all’accesso. Ad oggi possono beneficiare del credito soltanto i soggetti che determinano il reddito d’impresa ai fini fiscali. Previsione che confligge con la natura del settore primario, caratterizzato dalla maggioranza delle imprese che dichiarano il reddito su base catastale. Una modifica del requisito del reddito d’impresa per l’accesso all’agevolazione prevista per il Sud Italia, quindi, risulta necessaria – conclude Confagricoltura – per consentire alle aziende agricole di poter ampliare e ristrutturare le proprie attività come previsto nella ratio della norma.

I vasi non sono imballaggi. Apprezziamo il chiarimento del MASAF in risposta all’interrogazione del senatore Meinhard Durnwalder, e fortemente voluta da Confagricoltura e dalle sue rappresentanze florovivaistiche”. Questo il commento di Luca De Michelis, presidente della Federazione nazionale Floricola e Vivaistica dell’Organizzazione degli imprenditori agricoli.
Nella risposta all’interrogazione, afferma Confagricoltura, il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste ha infatti chiarito che il ministero competente per materia, quello dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, ha precisato come i vasi quando sono destinati a restare con la pianta per tutta la sua durata di vita, non sono considerati imballaggi.
Il MASE ha anche spiegato – riferisce Confagricoltura – che le imprese agricole che utilizzano o importano imballaggi non sono obbligate all’iscrizione ai consorzi e al pagamento dei relativi contributi. Inoltre, il ministero ha assicurato che l’applicazione della circolare del Conai, con cui si determina l’applicazione del contributo ambientale, prevede una fase di monitoraggio per consentire al Consorzio di valutare eventuali aggiornamenti e modifiche in condivisione con gli operatori del settore, a cui seguirà un confronto anche con le associazioni imprenditoriali.
Pur restando immutati i nostri dubbi sulla legittimità del contributo ambientale Conai sui vasi, apprezziamo – conclude De Michelis – la conferma del MASAF, come richiesto da Confagricoltura, di ulteriori confronti con il Consorzio. Occorre, infatti, verificare la fonte normativa alla base dell’adozione della sua circolare e scongiurare l’ulteriore aggravio economico che rischia di penalizzare ingiustamente le imprese del settore”.

Aperti ufficialmente gli EU Organic Awards 2023. Dopo il successo della prima edizione dello scorso anno, è stata lanciata la seconda edizione. Le domande di partecipazione al premio possono già essere presentate: è prevista l’assegnazione, anche per quest’anno, di otto premi in sette categorie, tra cui il miglior agricoltore biologico (due premi: categoria maschile e femminile), la migliore regione biologica, la migliore città biologica, il miglior bio-distretto biologico, la migliore PMI biologica, il miglior rivenditore di alimenti biologici e il miglior ristorante biologico. L’intento è quello di valorizzare i diversi attori del settore biologico che possano rappresentare lo sviluppo di progetti innovativi, sostenibili e che apportino un valore aggiunto per la produzione o per il consumo nel comparto biologico.
La procedura per presentare le domande di partecipazione è online e la data di scadenza per l’iscrizione è prevista per il 14 maggio. All’esito del concorso il 25 settembre, in concomitanza con le celebrazioni della giornata europea del biologico, si terrà la cerimonia di prenotazione.
Rimandiamo alla pagina dedicata al premio per maggiori approfondimenti: https://agriculture.ec.europa.eu/farming/organic-farming/organic-action-plan/eu-organic-awards_en

Al Vinitaly 2023, Confagricoltura e Federvini hanno promosso l’evento “La revisione della direttiva imballaggi: una riforma a rendere o a perdere?”. Al tavolo dei relatori sono intervenuti gli eurodeputati Silvia Sardone e Pietro Fiocchi, la presidente di Federvini Micaela Pallini, il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti e il presidente del CONAI Luca Ruini.
La proposta dell’Ue di regolamento sugli imballaggi e i rifiuti da imballaggio che contiene disposizioni in materia di riduzione, riuso, riciclo ed etichettatura desta preoccupazioni anche per il comparto del vino, soprattutto a causa dell’obbligo al riuso, anziché al riciclo, dei contenitori a partire dal 1° gennaio 2030 e dalla standardizzazione degli imballaggi.
Per quanto riguarda il riuso, la conseguenza è che su 100 bottiglie immesse nel mercato europeo, da 5 a 10 dovranno essere riutilizzabili. L’azienda avrà l’obbligo di contribuire alla realizzazione e mantenimento di un regime che raccoglie, lava, sanifica e riconsegna le bottiglie agli utilizzatori.
Attenzione – ha spiegato Micaela Pallini, presidente di Federvini – la riciclabilità sarà misurata in base a criteri di progettazione che saranno stabiliti successivamente dalla Commissione europea, senza la consultazione degli operatori. Se fra questi criteri sparirà quello legato alla funzione di presentazione del prodotto, rischiamo di perdere le forme e il design che oggi caratterizzano molti dei nostri prodotti”.
Gli imballaggi impiegati nel settore vitivinicolo sono prevalentemente bottiglie di vetro – quindi riciclabili al 100% e, su questo aspetto, l’Italia nel 2023 ha raggiunto un tasso di riciclo del vetro pari all’88%, a fronte di un obiettivo UE al 70% entro il 2025. Inoltre, studi universitari (Università di Wageningen e Politecnico di Milano) dimostrano che il riuso ha performance ambientali migliori del riciclo (vuoto a rendere verso vuoto a perdere) solo entro brevi distanze (non più di 175-200 km), e il vino è un prodotto vocato all’export.
Dati che non solo vanificano i benefici attesi dai commissari europei – ha affermato il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansantima evidenziano in modo inequivocabile la necessità di valutare con molta attenzione e con il supporto di evidenze scientifiche l’introduzione di divieti su alcune tipologie di imballaggio, di tassi obbligatori di materiale riciclato e di obiettivi e target di riutilizzo, anche in relazione alle ricadute economiche di settori strategici e iconici come quello del vino%
Un’altra insidia si annida nell’obbligo, entro il 1° gennaio 2030, di minimizzazione degli imballaggi che dovranno ridurre al minimo peso e volume.
Nel nostro settore gli imballaggi e le bottiglie – ha proseguito Pallini – svolgono una funzione peculiare: non sono solo un mero contenitore, sono veicolo di presentazione al consumatore di prodotti unici, che si differenziano gli uni dagli altri per territorio di provenienza, storia, tradizioni. Inoltre, le moderne tecnologie hanno già permesso di ridurne il peso di oltre il 30%”.
Per quanto riguarda l’etichettatura, la Commissione Europea propone di inserire su tutti gli imballaggi informazioni armonizzate per consentirne una corretta gestione e smaltimento. Sosteniamo l’armonizzazione delle indicazioni relative all’etichettatura ambientale degli imballaggi da fornire tramite gli strumenti digitali.
Per queste ragioni – ha concluso Giansanti – abbiamo chiesto al Governo e ai deputati italiani al Parlamento europeo di mobilitarsi per tutelare le imprese del settore e l’intero sistema produttivo del Paese, in tutte le sedi del negoziato, affinché vengano superate le rilevanti criticità riscontrate nella proposta di Regolamento”.

Sulla Gazzetta Ufficiale del 23.03.2023 n. 70 è stato pubblicato il decreto del Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste che riporta la disciplina dei criteri, delle modalità e delle procedure per l’attuazione dei Contratti di filiera e le relative misure agevolative per la realizzazione dei Programmi PNRR – Contratti filiera settore forestale.
I fondi stanziati ammontano a dieci milioni di euro, le agevolazioni saranno concesse nella forma del contributo in conto capitale, con procedura a “sportello”, fino all’esaurimento delle risorse stanziate, applicata alle domande presentate dai soggetti proponenti. Possono essere ammessi ai sostegni Contratti di filiera con programmi che coinvolgono almeno due beneficiari diretti articolati nei segmenti della filiera, per un ammontare delle spese ammissibili non superiore a un milione e duecento mila euro.
Con un provvedimento successivo saranno specificate le regole sui termini e sulle modalità di presentazione delle domande, sulla modalità della concessione e dell’erogazione degli aiuti, sui requisiti e le condizioni di ammissibilità dei programmi e dei singoli progetti.