Al Vinitaly 2023, Confagricoltura e Federvini hanno promosso l’evento “La revisione della direttiva imballaggi: una riforma a rendere o a perdere?”. Al tavolo dei relatori sono intervenuti gli eurodeputati Silvia Sardone e Pietro Fiocchi, la presidente di Federvini Micaela Pallini, il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti e il presidente del CONAI Luca Ruini.
La proposta dell’Ue di regolamento sugli imballaggi e i rifiuti da imballaggio che contiene disposizioni in materia di riduzione, riuso, riciclo ed etichettatura desta preoccupazioni anche per il comparto del vino, soprattutto a causa dell’obbligo al riuso, anziché al riciclo, dei contenitori a partire dal 1° gennaio 2030 e dalla standardizzazione degli imballaggi.
Per quanto riguarda il riuso, la conseguenza è che su 100 bottiglie immesse nel mercato europeo, da 5 a 10 dovranno essere riutilizzabili. L’azienda avrà l’obbligo di contribuire alla realizzazione e mantenimento di un regime che raccoglie, lava, sanifica e riconsegna le bottiglie agli utilizzatori.
Attenzione – ha spiegato Micaela Pallini, presidente di Federvini – la riciclabilità sarà misurata in base a criteri di progettazione che saranno stabiliti successivamente dalla Commissione europea, senza la consultazione degli operatori. Se fra questi criteri sparirà quello legato alla funzione di presentazione del prodotto, rischiamo di perdere le forme e il design che oggi caratterizzano molti dei nostri prodotti”.
Gli imballaggi impiegati nel settore vitivinicolo sono prevalentemente bottiglie di vetro – quindi riciclabili al 100% e, su questo aspetto, l’Italia nel 2023 ha raggiunto un tasso di riciclo del vetro pari all’88%, a fronte di un obiettivo UE al 70% entro il 2025. Inoltre, studi universitari (Università di Wageningen e Politecnico di Milano) dimostrano che il riuso ha performance ambientali migliori del riciclo (vuoto a rendere verso vuoto a perdere) solo entro brevi distanze (non più di 175-200 km), e il vino è un prodotto vocato all’export.
Dati che non solo vanificano i benefici attesi dai commissari europei – ha affermato il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansantima evidenziano in modo inequivocabile la necessità di valutare con molta attenzione e con il supporto di evidenze scientifiche l’introduzione di divieti su alcune tipologie di imballaggio, di tassi obbligatori di materiale riciclato e di obiettivi e target di riutilizzo, anche in relazione alle ricadute economiche di settori strategici e iconici come quello del vino%
Un’altra insidia si annida nell’obbligo, entro il 1° gennaio 2030, di minimizzazione degli imballaggi che dovranno ridurre al minimo peso e volume.
Nel nostro settore gli imballaggi e le bottiglie – ha proseguito Pallini – svolgono una funzione peculiare: non sono solo un mero contenitore, sono veicolo di presentazione al consumatore di prodotti unici, che si differenziano gli uni dagli altri per territorio di provenienza, storia, tradizioni. Inoltre, le moderne tecnologie hanno già permesso di ridurne il peso di oltre il 30%”.
Per quanto riguarda l’etichettatura, la Commissione Europea propone di inserire su tutti gli imballaggi informazioni armonizzate per consentirne una corretta gestione e smaltimento. Sosteniamo l’armonizzazione delle indicazioni relative all’etichettatura ambientale degli imballaggi da fornire tramite gli strumenti digitali.
Per queste ragioni – ha concluso Giansanti – abbiamo chiesto al Governo e ai deputati italiani al Parlamento europeo di mobilitarsi per tutelare le imprese del settore e l’intero sistema produttivo del Paese, in tutte le sedi del negoziato, affinché vengano superate le rilevanti criticità riscontrate nella proposta di Regolamento”.

Sulla Gazzetta Ufficiale del 23.03.2023 n. 70 è stato pubblicato il decreto del Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste che riporta la disciplina dei criteri, delle modalità e delle procedure per l’attuazione dei Contratti di filiera e le relative misure agevolative per la realizzazione dei Programmi PNRR – Contratti filiera settore forestale.
I fondi stanziati ammontano a dieci milioni di euro, le agevolazioni saranno concesse nella forma del contributo in conto capitale, con procedura a “sportello”, fino all’esaurimento delle risorse stanziate, applicata alle domande presentate dai soggetti proponenti. Possono essere ammessi ai sostegni Contratti di filiera con programmi che coinvolgono almeno due beneficiari diretti articolati nei segmenti della filiera, per un ammontare delle spese ammissibili non superiore a un milione e duecento mila euro.
Con un provvedimento successivo saranno specificate le regole sui termini e sulle modalità di presentazione delle domande, sulla modalità della concessione e dell’erogazione degli aiuti, sui requisiti e le condizioni di ammissibilità dei programmi e dei singoli progetti.

Si è tenuta presso il MASAF una prima riunione di consultazione sul DM che attuerà il Fondo per l’innovazione in agricoltura, istituito nella legge di bilancio 2023 (commi 428, 429, 430 e 431), con una dotazione di 75 milioni di euro per ciascuno degli anni 2023, 2024 e 2025. In particolare, il Ministero ha indicato che le risorse del Fondo innovazione e quelle della Misura Meccanizzazione del PNRR saranno attuate in modo complementare e coordinato.
Con il Fondo innovazione si prevedono gli investimenti di maggiore entità (minimo 60.000 euro), comprese le trattrici stage V, mentre con la misura meccanizzazione gli investimenti di minore entità (sino a 60.000 euro). Le risorse del Fondo innovazione saranno assegnate: ad ISMEA, per gli investimenti effettuati dalle imprese (concessione, anche attraverso voucher, di agevolazioni alle imprese, compresa la concessione di contributi a fondo perduto e di garanzie su finanziamenti); ed a CdP, per la sottoscrizione di quote o di azioni di uno o più fondi per il venture capital. Nel corso della riunione, Confagricoltura ha condiviso l’opportunità di creare una sinergia tra il Fondo innovazione e la Misura Meccanizzazione, fermo restando la necessità di elevare i massimali, in modo da finanziare anche macchine agricole semoventi, di media potenza, e trainate.

Da fine aprile gli Enti gestori delle aree naturali protette e dei Sacri Monti, gli Enti parco nazionali e le Unioni Montane presenti sul territorio piemontese avranno a disposizione un bando specifico per prevenire il rischio idrogeologico, promuovere la resilienza e la difesa del territorio oltre che favorire l’adattamento ai cambiamenti climatici.
Con uno stanziamento di 12,5 milioni di euro, provenienti dal Fesr (Fondo europeo per lo sviluppo regionale) 2021 – 27, si potranno realizzare interventi finalizzati al consolidamento dei versanti caratterizzati da instabilità (frane), al contrasto dell’erosione delle sponde dei torrenti, alla messa in sicurezza della viabilità locale e sentieristica. Caratteristica fondamentale, nell’ottica della resilienza e del rispetto degli habitat e degli ecosistemi, la previsione di opere a basso o nullo impatto ambientale che si avvalgano soprattutto di tecniche di ingegneria naturalistica e che siano da realizzare in siti di particolare interesse ecologico e naturalistico caratterizzati da fragilità ambientale.
È la prima volta che fondi europei di investimento vengono messi a disposizione dell’ambiente e ai fini della resilienza dei territori delle aree protette.

 

nella foto il Sacro Monte di Crea (foto: https://www.sacrimonti.org/)

Il progetto, che ha visto la collaborazione della Confagricoltura di Asti, è stato presentato ufficialmente questa mattina  presso la sede di Confagricoltura Alessandria

Il progetto denominato “NOCCIOLO LIFE”, di Gabriele Rabino Bona, Araya Timo e Elena Pellicani, studente e studentesse del corso di “chimica, materiali e biotecnologie” dell’ITIS “A.Volta” di Alessandria, coordinati dai professori Giorgio Laganà e David Artale, con il supporto tecnico-economico della Confagricoltura di Asti e di Alessandria, è stato selezionato tra i migliori  progetti provenienti da tutto il mondo per essere esposto al concorso “i giovani e le Scienze” organizzato a Milano dalla FAST (Federazione delle associazioni scientifiche e tecniche) dal 18 all’20 marzo 2023.

Il 20 marzo, alla presenza del Ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara e del presidente della FAST Rinaldo Psaro, il progetto è stato selezionato per essere esposto all’Expo delle Scienze di Bruxelles 2024.

Il progetto è stato presentato ufficialmente questa mattina durante la conferenza stampa che si è tenuta presso la sede di Confagricoltura Alessandria, alla presenza del direttore Cristina Bagnasco e del direttore della Confagricoltura di Asti Mariagrazia Baravalle. Ospite d’eccezione l’assessore regionale all’Agricoltura Marco Protopapa, appena tornato da Bruxelles dove ha partecipato ad un incontro sull’identificazione geografica dei prodotti.

La FAST, su incarico della Direzione generale Ricerca della Commissione europea, è stata scelta come National Organizer con il compito di selezionare i migliori talenti italiani da inviare a EUCYS – European Union Contest for Young Scientists, finale del Concorso dei giovani scienziati.

A partire dal 2008, “I giovani e le scienze” è inserito nel programma di individuazione e valorizzazione delle eccellenze “Io merito” del MIM  – Ministero dell’Istruzione e del Merito –  nell’ambito scientifico e tecnologico.

Il progetto concretizza un’attività sperimentale di ricerca che si pone come obiettivo quello di individuare un metodo di analisi che consenta la tracciabilità di un prodotto, nel nostro caso la “nocciola tonda gentile trilobata del Piemonte”, consentendo di risalire al territorio di provenienza.

L’attività sperimentale si basa sulla ricerca di una correlazione tra frutto e terreno (terreno di provenienza della nocciola) attraverso la ricerca per via analitica, dei “LANTANIDI” (le famose terre rare). Tale attività analitica, opportunamente interpretata, è in grado di caratterizzare il frutto generando quella che possiamo definire “l’impronta digitale” del prodotto.

Dall’impronta ricavata è possibile risalire al terreno dove è stata, o non è stata, prodotta.

L’attività di ricerca proposta, una volta affinato e testato il metodo, potrebbe essere posta quale tecnica di controllo delle materie prime a salvaguardia delle eccellenze legate alle zone di produzione.

Il comparto agroalimentare italiano infatti, rivestendo un’importanza fondamentale nell’economia nazionale, ha la necessità di tutelare la qualità eccellente dei prodotti nostrani che è riconosciuta e apprezzata in tutto il mondo. La tracciabilità del prodotto è quindi argomento assolutamente attuale e riveste un’importanza fondamentale per la tutela di tutta la filiera agroalimentare italiana e quindi del made in Italy. La possibilità di acquisire sperimentalmente l’Impronta digitale terreno/prodotto rappresenta un grosso passo in avanti nella tutela di tutto il comparto agroalimentare sopra richiamato.

La Confagricoltura di Asti e quella di Alessandria hanno fin da subito appoggiato l’iniziativa diventando partner del progetto che si è concretizzato grazie alla disponibilità dei propri associati i quali hanno aperto le porte delle loro aziende permettendo ai ragazzi di osservare da vicino le numerose varietà di piante coltivate e gli svariati metodi di lavorazione. Gli studenti hanno anche avuto la possibilità di effettuare prelievi in campo per la successiva applicazione delle tecniche di analisi.

Un lavoro realizzato anche grazie al supporto del settore tecnico della Confagricoltura (Enrico Masenga per Asti e Marco Visca con Gianni Reggio per Alessandria).

Le aziende associate alla Confagricoltura di Asti che hanno aderito al progetto sono state:

  • Vivai Nicola di Nicola Marco di Mombercelli
  • Cascina Aldo Gambaudo di Sconfienza Alessandro di Mombercelli
  • Calizzano Federico di Asti
  • Bello Mario e Figlio Società Semplice Agricola, rappresentata da Bello Cristina, di San Martino Alfieri
  • Morando Marco di San Damiano

Il lavoro scientifico è stato sviluppato in collaborazione con l’Università del Piemonte Orientale nella persona del prof. Maurizio Aceto e della dott.ssa Federica Gulino.

Si tratta di un progetto ambizioso che permette la conoscenza accurata di uno dei prodotti principi del comparto agricolo piemontese, in particolare per valorizzare la sua tracciabilità”, ha affermato il direttore della Confagricoltura di Asti Mariagrazia Baravalle. “Un grande plauso al mondo della scuola che ha dato la possibilità ai propri ragazzi di far conoscere da vicino questa coltura e le nostre eccellenti realtà che operano in questo ambito”.

Alcune foto della conferenza stampa di stamattina