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Nella giornata di ieri, giovedì 7 maggio 2020, in seguito a Determinazione Dirigenziale da parte della Regione Piemonte, è stata revocata la sospensione della caccia, avvenuta lo scorso 13 marzo. In quell’occasione era stata infatti deliberata l’interruzione dell’attività venatoria di selezione e tutte le operazioni di monitoraggio annuale delle popolazioni di ungulati selvatici sottoposte a prelievo selettivo, svolte mediante la collaborazione di gruppi di cacciatori, in seguito all’emergenza sanitaria da coronavirus.
Dopo quasi due mesi è stata disposta la ripresa delle attività di monitoraggio e censimento della fauna selvatica ai sensi della legge 157/1992 e dell’articolo 13 lr 5/2018, le quali devono però rispettare tutte le misure di prevenzione, in
forma individuale o al massimo di due persone.
La Regione Piemonte consente inoltre l’attività di addestramento e allenamento dei cani nei centri cinofili nelle aree autorizzate,senza il contatto diretto fra le persone, nel rispetto del distanziamento sociale e della normativa vigente.
la determina regionale avvisa di ritenere che, ai sensi dell’articolo 14 e 17 della l.r. 5/2018, le zone ove è possibile l’attività di addestramento e allenamento cani sono quelle istituite dalla Provincia e dalla Città Metropolitana e quelle
all’interno delle aziende agri-turistico-venatorie e faunistico-venatorie. Sono escluse, alla luce del chiarimento riportato sul sito della Presidenza del Consiglio dei Ministri, le attività svolte nei centri cinofili in quanto le loro attività sono sospese, come quelle di tutti gli altri centri sportivi;

DD-A17-256 del 7.5.2020

Confagricoltura ed EPS (Ente Produttori Selvaggina) rafforzano la collaborazione centrale e territoriale con l’obiettivo comune di condividere un programma di ampio respiro, nel rispetto delle rispettive identità.
E’ quanto emerso nell’incontro a Palazzo Della Valle a Roma tra il presidente di EPS, Galdino Cartoni, e la Giunta di Confagricoltura con il presidente Massimiliano Giansanti.
La collaborazione vige già da lunga data, ma si rinnova alla luce delle nuove esigenze del settore primario e di quello faunistico-venatorio. Entrambe le organizzazioni condividono infatti la necessità di un maggiore coinvolgimento del mondo agricolo nella gestione della caccia, così come emerge dalla discussione in merito alla revisione dalla legge nazionale 157, guardando a una regolamentazione generale del comparto basata sul rispetto di tutti i ruoli.
Le aziende faunistico-venatorie, i centri di allevamento, di addestramento e i cacciatori aderenti a EPS, le imprese agrituristiche e le aziende agricole multifunzionali di Confagricoltura – è stato ricordato dai presidenti Giansanti e Cartoni – condividono molte linee operative, seppur nel rispetto reciproco, per una gestione efficiente ed efficace del comparto, soprattutto laddove sono necessari interventi mirati a una corretta gestione del territorio e del patrimonio faunistico e ambientale.

 

 

In allegato la foto della Giunta di Confagricoltura con al centro i presidenti Cartoni e Giansanti

Soddisfazione da parte di Confagricoltura Asti per la nuova legge regionale sulla caccia che martedì 12 giugno è stata approvata dal Consiglio Regionale del Piemonte.
Una legge innovativa, che coniuga la tutela della fauna con l’attività venatoria aggiornandola ai nuovi scenari che si sono determinati con il proliferare della fauna selvatica dannosa non solo alle coltivazioni, ma anche all’incolumità dei cittadini, come nel caso di cinghiali e caprioli.
Si tratta di un notevole passo in avanti da parte delle istituzioni dopo svariati tentativi effettuati negli anni precedenti durante i quali si è tentato invano di trovare un punto di incontro tra cacciatori, agricoltori e privati cittadini. Una legge che finalmente conferisce al Piemonte una regolamentazione dell’attività venatoria senza alcun intento punitivo verso i cacciatori e nel pieno rispetto della tutela dell’ambiente e di tutti i cittadini.
Confagricoltura Asti, da anni al fianco degli agricoltori danneggiati dalle innumerevoli specie selvatiche presenti sul nostro territorio, e che in passato aveva proposto abbattimenti selettivi di ungulati, ora plaude a questa nuova normativa.
Siamo finalmente giunti ad un punto di svolta”, ha affermato Roberto Rapetto, imprenditore agricolo, nonché cacciatore associato a Confagricoltura Asti. “Apprezziamo l’impegno da parte delle istituzioni che hanno lavorato molto per giungere a questo traguardo – ha continuato Rapetto non risparmiando tuttavia una vena polemica – si tratta infatti di una legge che era già da introdurre tempo fa per reprimere una fauna selvatica che oggigiorno sembra sempre più incontrollabile“. “E’ necessario – ha concluso Rapetto – intensificare le squadre di caccia già esistenti per cercare di limitare i danni causati da cinghiali e caprioli nei periodi opportuni, ovvero durante la stagione invernale, prima della semina delle colture. Intervenire nei mesi primaverili ed estivi non ha alcun senso”.
Una delle principali novità è senza dubbio il divieto di cacciare durante tutte le domeniche di settembre, con la possibilità per i proprietari dei fondi di vietare la caccia sui propri terreni inserendo misure straordinarie di controllo della fauna selvatica su richiesta delle organizzazioni sindacali agricole e dei sindaci, coinvolgendo anche i proprietari e i conduttori dei fondi danneggiati, purché in possesso di abilitazione venatoria.