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Una situazione critica che, con tutta probabilità, avrebbe potuto essere evitata con l’azione di contrasto sollecitata da tempo a tutti i livelli nei confronti della proliferazione dei cinghiali”. Lo sostiene la Giunta di Confagricoltura che si è riunita per fare il punto sulla situazione a seguito dei casi accertati di peste suina e delle prime decisioni varate a livello europeo.
Ora è necessario agire con la massima tempestività ed efficacia nel campo della sorveglianza e delle misure di biosicurezza per la protezione degli allevamenti” – sottolinea il presidente, Massimiliano Giansantidobbiamo in ogni modo contrastare il fenomeno e limitare al massimo i danni, considerato che sono già arrivate le prime sospensioni delle importazioni dall’Italia di carni suine e prodotti derivati”.
Le sospensioni sono già state disposte – evidenzia Confagricoltura – dalle competenti autorità di Cina, Giappone, Taiwan e Kuwait. Restrizioni sono state disposte anche dalla Svizzera. Lo scorso anno le esportazioni del settore suinicolo sono ammontate a circa 1,5 miliardi di euro, di cui 500 milioni destinate ai mercati extra UE.
In questa fase – prosegue Giansanti – è anche fondamentale il rigore delle informazioni ai consumatori, evitando altresì qualsiasi speculazione commerciale”. Nei prossimi giorni – annuncia Confagricoltura – saranno convocate congiuntamente le Federazioni Nazionali di Prodotto dei settori suinicolo ed avicunicolo (alle prese con l’influenza aviaria) per valutare le richieste da presentare al governo e in ambito europeo per la salvaguardia delle imprese.
Intanto – conclude il presidente di Confagricolturaci siamo già rivolti ad alcuni istituti di credito affinché rivolgano la maggiore attenzione possibile nei confronti degli allevatori in difficoltà”.

Una decisione che abbiamo sostenuto e sollecitato perché va incontro all’esigenza di informare con assoluta chiarezza e trasparenza i consumatori. E, allo stesso tempo, va incontro all’impegno degli agricoltori italiani per la sicurezza e la qualità dell’alimentazione”. Il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, ha così commentato la decisione – assunta con un decreto a firma dei ministri delle Politiche Agricole, dello Sviluppo Economico e della Salute – di prorogare fino al 31 dicembre 2022 la normativa vigente in materia di indicazione in etichetta dell’origine di grano duro, riso, pomodoro, latte e carni suine.
La proroga dei regimi sperimentali in materia di indicazione dell’origine in etichetta – rileva Confagricoltura – è stata motivata con riferimento alle consultazioni in corso del regolamento (UE) n.1169/2011 relativo alle informazioni ai consumatori sugli alimenti.
Occorre accelerare il passo in ambito europeo – sottolinea il presidente di Confagricolturaper armonizzare le regole relative all’indicazione dell’origine dei prodotti destinati all’alimentazione. In numerosi Stati membri si registrano iniziative nazionali che stanno a dimostrare la rilevanza della questione“.
A questo riguardo – prosegue Giansanti – rileviamo con favore che i temi dell’origine dei prodotti e dell’informazione dei consumatori fanno parte del programma di lavoro per il semestre di presidenza francese dell’Unione europea che avrà inizio il 1° gennaio prossimo”.
Abbiamo anche l’occasione – conclude Giansanti – per tentare di avvicinare le posizioni sul sistema di etichettatura Nutriscore che, senza basi scientifiche, danneggia la Dieta Mediterranea”.

 

Le imprese agricole sono alle prese con un’esplosione dei costi di produzione che, in assenza di interventi, rischia di avere un forte impatto sulle prospettive dei raccolti”. Così ha affermato il presidente Massimiliano Giansanti, nell’ambito dell’assemblea nazionale di Confagricoltura. “Molti agricoltori stanno valutando di rinviare le semine o di modificare i normali assetti produttivi, proprio per le difficoltà che stanno vivendo. Al riguardo abbiamo chiesto un intervento al governo nell’ambito delle discussioni in corso sulla manovra”.
Il problema di liquidità delle imprese è grave – sottolinea Confagricoltura – e rischia, come evidenziato al governo, di generare una nuova situazione di incertezza in una fase cruciale per la ripresa post pandemica. La semplice proroga delle scadenze non è sufficiente.
Agli associati il presidente Giansanti ha quindi illustrato le linee del Piano stategico nazionale annunciato dal Ministro Patuanelli alle Commissioni Agricoltura di Camera e Senato, evidenziando che si tratta di una sintesi equilibrata tra le diverse esigenze di cui tener conto, “fermo restando le nostre riserve sugli obiettivi di fondo e sugli strumenti della nuova politica agricola comune”.
In Europa sarà anche necessaria una difesa sempre più forte dagli attacchi alla dieta mediterranea, rappresentati non solo dal Nutriscore, ma anche dalle discussioni in corso, in seno al Parlamento europeo, sulle iniziative sulla lotta contro il cancro, che hanno messo ingiustamente sotto accusa anche il consumo moderato di vini e di carni rosse.
In vista del nuovo anno, Giansanti ha quindi annunciato gli obiettivi della Confagricoltura, a proposito di digitalizzazione, energie rinnovabili e Agricoltura 4.0.

È fondamentale definire le priorità che dovranno far parte del piano strategico nazionale di attuazione della Pac che entro il 31 dicembre andrà presentato alla Commissione Europea. Il sistema dell’allevamento costituisce senz’altro una di esse e dovremo trovarlo indicato a chiare lettere nel piano, come obiettivo declinato in termini di scelte e risorse strategiche”. Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, intervenendo a Cremona al forum “Towards the new European Green Deal – Il ruolo dell’agrozootecnia tra nutrizione, sostenibilità e modelli produttivi”, nell’ambito degli appuntamenti delle Fiere Zootecniche Internazionali.
A fronte di un numero crescente di variabili e del significativo aumento dei costi di produzione, agricoltori e allevatori hanno bisogno di certezze – ha proseguito Giansanti – stabilire le priorità significa anche definire i settori sui quali il governo intende puntare“.
Il comparto – ha ricordato il presidente di Confagricolturadovrà rinnovarsi nell’ottica della ‘zootecnia 4.0’; grazie anche ai fondi del PNRR e della legge di Bilancio bisognerà incrementare i processi innovativi di digitalizzazione e robotizzazione delle aziende zootecniche per l’efficientamento produttivo, l’ottimizzazione dei costi e, al contempo, per il contributo importante per il miglioramento dell’impatto ambientale e della sanità animale. C’è poi tutto il discorso del rilancio delle energie rinnovabili collegate agli allevamenti che sono un’opportunità che devono cogliere pienamente gli allevatori ma anche il Paese“.
Infine il presidente si è soffermato sul protocollo d’intesa per il prezzo del latte. “Per la prima volta – ha osservato – esiste un tavolo nazionale sul latte, che si riunisce mensilmente per fare il punto sulla situazione di mercato. Prelude alla costruzione di un meccanismo condiviso di indicizzazione che tenga conto anche dei costi produttivi. La remunerazione degli allevatori dovrà crescere e l’industria di trasformazione e la GDO hanno compreso che si tratta di un passaggio ineludibile. Rivolgo ad esse un richiamo ed un auspicio ad implementare rapidamente il protocollo, superando le difficoltà tecniche e di principio e trasferendo quanto prima il premio emergenza stalle agli allevatori per il latte ceduto“.

Il provvedimento adottato oggi dalla Commissione Europea per limitare le importazioni di materie prime legate alla deforestazione è un primo passo importante al quale dovranno seguirne altri a tutela dei consumatori e dell’ambiente”.
Così il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, alla pubblicazione del documento della Commissione UE che prevede alcune iniziative nell’ambito del Green Deal in relazione a deforestazione, gestione dei rifiuti e strategia del suolo. L’obiettivo annunciato è molteplice: passare a un’economia circolare, proteggere la natura e innalzare gli standard ambientali nell’Unione europea e nel mondo.
Le nuove regole prevedono che l’importazione in Europa di una serie di materie prime e prodotti – tra i quali, soia, carni bovine, caffè, cacao e olio di palma – sia accompagnata dalla certificazione di non aver contribuito alla distruzione di foreste.
Il tutto si basa su un sistema di tracciabilità rafforzata e controlli affidati agli Stati membri che potranno sospendere l’immissione sul mercato UE di prodotti ritenuti causa di deforestazione.
L’annuncio della Commissione è in linea con gli impegni assunti dal G20 e dalla Cop 26 e conferma il ruolo di rilievo del settore primario nel raggiungimento dei traguardi di sostenibilità”, aggiunge Giansanti.
A queste iniziative dovranno ora seguire altri provvedimenti in grado di condizionare le regole di importazione nella UE in fatto di sicurezza alimentare, tutela ambientale e garanzie sociali – conclude il presidente di Confagricolturain questo modo, con il principio della reciprocità, riusciremo a tutelare il pianeta a beneficio anche dei consumatori”.