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Il Mipaaf, con decreto del 20 luglio scorso, ha introdotto alcune misure di sostegno a favore dell’autoimprenditorialità giovanile e femminile in agricoltura.
Il provvedimento, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 27 ottobre, prevede agevolazioni, ai sensi del D.lgs. 185 del 2000, per le imprese che subentrano nella conduzione di un’azienda prettamente agricola presente sul mercato da almeno 2 anni e che intendono attuare progetti con l’obiettivo di consolidare e sviluppare l’attività di produzione, trasformazione e commercializzazione. L’impresa beneficiaria, costituita da non più di 6 mesi, deve essere condotta da un giovane con non più di 40 anni compiuti o da una donna. Il subentro può avvenire anche a titolo successorio secondo le tempistiche previste dal decreto. Il beneficiario può anche essere una società con le caratteristiche indicate dal provvedimento. Sono concesse agevolazioni anche nel caso di subentro in azienda che si dedica, oltre alla produzione, anche alla trasformazione e commercializzazione delle derrate agricole.
I sostegni saranno erogati tramite mutui agevolati, della durata massima di 10 anni a tasso zero, fino al 60% e attraverso contributi fino al 35% della spesa prevista. Quest’ultima è fissata a 1,5 milioni di euro, IVA esclusa, e può riguardare studi di fattibilità, spese agronomiche e edilizie, allacciamenti, impianti, macchinari e attrezzature, etc., con una serie di limiti percentuali diversi di spesa rispetto ai costi ammissibili. Sono anche indicate le iniziative per le quali non è possibile accedere ai sostegni.
Le istanze dovranno essere presentate secondo le istruzioni trasmesse da Ismea al Mipaaf e al Ministero dell’Economia e Finanze che avranno tempo 30 giorni per formulare eventuali osservazioni.
L’istruttoria andrà conclusa entro 6 mesi dal ricevimento dell’istanza o delle dichiarazioni integrative richieste.

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha accolto la richiesta di Confagricoltura di posticipare di un mese la scadenza per la presentazione delle domande relative al V Avviso dei Contratti di filiera per il settore agroalimentare, fissando il nuovo termine al 24 novembre 2022. Attualmente i progetti in cui sono coinvolte a vario titolo le sedi regionali e provinciali di Confagricoltura sono oltre 40 e interessano più di 600 aziende agricole.
Inoltre, Confagricoltura ha sensibilizzato il Ministero a concedere una proroga anche per la scadenza del bando dei contratti di filiera per l’acquacoltura e la pesca che riguarda diverse aziende associate con l’elaborazione di progetti piuttosto complessi.

Il Mipaaf insieme alla Rete Rurale Nazionale hanno realizzato il dossier relativo agli “Accordi di foresta”. Il documento approfondisce tutti i dettagli tecnico-normativi di questo nuovo strumento giuridico definito con l’art. 35 bis del decreto legge 31 maggio 2021 n. 77, convertito nella Legge 29 luglio 2021 n. 108. La fattispecie degli accordi di foresta ha l’obiettivo di valorizzare le superfici pubbliche e private a vocazione agro-silvo pastorale, nonché per la conservazione e per l’erogazione dei servizi ecosistemici forniti dai boschi e si specifica che tale strumento negoziale è equiparato alle reti di impresa agricole.
Secondo le normative si prevede che un accordo di foresta venga stipulato tra due o più soggetti, singoli o associati, di cui almeno la metà deve essere titolare del diritto di proprietà o di godimento su beni agro-silvo-pastorali. Il dossier sottolinea che tali strumenti rappresentano una nuova opportunità per diversi territori delle aree interne, in cui tali accordi possono diventare leve di sviluppo di molteplici attività a valenza locale partendo dalla valorizzazione delle risorse boschive.
Infine, si fa presente che la fattispecie degli accordi di foresta potrà essere utilizzata dai proprietari boschivi per accedere al bando PNRR relativo all’ambito forestale che dovrebbe essere emanato entro fine anno.

In allegato il documento con l’Accordo di Foresta

Accordo di Foresta

Confagricoltura – che è intervenuta di recente a una riunione tra il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, le organizzazioni ed associazioni di categoria, i rappresentanti delle Regioni, Agea e SIAN – ha chiesto di considerare l’esclusione dalla dichiarazione della vendita di latte da parte dei piccoli produttori a esercizi e negozi alimentari così come la vendita diretta al consumatore, parimenti dovrebbero essere escluse le piccole realtà produttive, prevedendo un limite di 25mila kg per il settore bovino e di 10mila kg per il settore ovicaprino, come già sta attuando l’Austria.
Confagricoltura ha poi evidenziato le problematiche riscontrate nel funzionamento del sistema informatizzato per effettuare le dichiarazioni, soprattutto quelle trimestrali, e la necessità di definire meglio la lista dei prodotti lattiero caseari e dei relativi coefficienti di trasformazione. Ha inoltre rilevato la necessità di stabilire un indice di conversione da litri a chili per il latte ovicaprino. Infine, in merito alle sanzioni, è stata chiesta una maggiore chiarezza sulla loro eventuale applicazione in caso di errata comunicazione dei prezzi medi per il latte bovino, date anche le difficoltà riscontrate dalle cooperative ad indicare un prezzo medio mensile.
Il Ministero, considerate le richieste, prevede di emanare una proroga delle dichiarazioni del settore ovicaprino e di quelle relative alle dichiarazioni trimestrali fino a inizio gennaio 2023. Verrà anche costituita una Commissione composta da rappresentanti del Mipaaf, delle Regioni, del ICQRF, di AGEA e SIAN per discutere le eventuali modifiche ai DM e risolvere le problematiche sollevate dalle Organizzazioni.

Il Ministero delle Politiche Agricole ha stanziato 78 milioni di euro a favore delle aziende zootecniche che hanno subito danni indiretti dal conflitto Russo – Ucraino.
I fondi sono stati ripartiti in questo modo tra le diverse filiere:

– filiera suinicola: 40 milioni di euro, di cui 28 milioni per i suini e 12 milioni per le scrofe;
– filiera delle carni bovine di età inferiore agli 8 mesi: 4 milioni di euro;
– filiera bovini di razze autoctone in contratti di filiera di tipo privatistico o in Sistemi di qualità nazionale (Sqn) o in Sistemi a Denominazione di origine protetta (Dop) e/o di Indicazione geografica protetta (Igp): 5 milioni di euro;
– filiera ovicaprina: 11 milioni di euro;
– filiera cunicola: 3 milioni di euro;
– filiera galline ovaiole: 6 milioni di euro;
– filiera tacchini: 5 milioni di euro;
– filiera polli: 4 milioni di euro.

Per le imprese agricole di allevamento di suini l’aiuto è fino a 25 euro per ogni capo nato, allevato e macellato in Italia nel periodo dal 1° marzo 2022 al 31 maggio 2022 e fino a 30 euro per ogni scrofa allevata al 30 giugno 2022.
Per gli allevamenti di bovini 110 euro per ogni capo di età inferiore agli 8 mesi, allevato da almeno 4 mesi e macellato in Italia nel periodo dal 1° aprile 2022 al 30 giugno 2022.
Ai detentori di bovini di razze autoctone l’importo riconosciuto è fino a 150 euro a capo per vitelloni e vacche iscritti ai libri genealogici risultanti nella Bdn e allevati in Italia alla data di inizio presentazione delle domande.
Per quanto riguarda gli ovicaprini è previsto un importo fino a 3 euro per ogni pecora o capra nata e allevata in Italia nel periodo dal 1° aprile 2022 al 31 maggio 2022.
Agli allevamenti di conigli verrà assegnato fino a 1 euro per ogni capo macellato in Italia nel periodo dal 1° aprile 2022 al 31 maggio 2022.
Nel caso di galline ovaiole l’aiuto arriva fino a 0,3 euro per ogni capo presente in allevamento dell’ultimo ciclo utile al 30 aprile 2022 registrato in Bdn.
Per quanto concerne i tacchini, l’allevamento deve avere una capacità produttiva superiore a 250 capi: in tal caso è accordato un sostegno fino a 1 euro per ogni capo presente in allevamento dell’ultimo ciclo utile al 30 aprile 2022 registrato in Bdn.
Infine, agli allevatori di polli verrà assegnato un aiuto fino a 0,3 euro per ogni capo presente in allevamento dell’ultimo ciclo utile al 30 aprile 2022 registrato in Bdn.
Le domande possono essere presentate fino al 14 ottobre 2022 sulla base delle informazioni già presenti nella Banca dati nazionale (Bdn), dei dati ricavabili nel fascicolo aziendale del produttore e, ove necessarie, di idonee certificazioni.
La Confagricoltura di Asti è a disposizione per supportare gli allevatori nella presentazione delle istanze.