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Confagricoltura ha recentemente partecipato alla riunione convocata dal MIPAAF per valutare il numero delle istanze inserite nella banca dati nazionale per le sementi biologiche. Secondo i dati presentati nel corso dell’incontro, le richieste sono state più di 26.000, con un totale di circa 1.264.700 kg di semente, per le diverse varietà inserite in lista rossa, quella che elenca le specie o le categorie commerciali di una specie disponibili in quantità sufficienti sul mercato nazionale, per le quali non è concessa deroga.
Le quantità di semente richieste tuttavia appaiono essere di gran lunga superiori alle reali esigenze produttive e risultano esuberanti rispetto alle superfici coltivate in biologico. Questo fatto è molto probabilmente dovuto a inserimenti multipli di più varietà per la medesima specie da parte di alcuni produttori, non ancora decisi sulle scelte colturali per le semine 2023. Il Ministero ha quindi stabilito di approfondire ulteriormente l’analisi dei dati pervenuti e di avviare una serie di miglioramenti e di controlli non bloccanti sul SIB (Sistema integrato del biologico) per la gestione futura delle manifestazioni di interesse, in modo da ottenere un quadro reale delle necessità di semente dell’agricoltura biologica italiana, anche in vista di eventuali deroghe.

Sostenere le politiche agroindustriali nazionali e finanziare i programmi d’investimento a favore delle filiere strategiche. Questo l’obiettivo della convenzione sottoscritta dal Ministero delle Politiche Agricole e Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) che disciplina la concessione dei finanziamenti agevolati a valere sul “Fondo rotativo per il sostegno alle imprese e agli investimenti in ricerca” (FRI), nell’ambito del quinto bando dei contratti di filiera, principale misura del PNRR a favore nei comparti agroalimentare e agro-energetico.
Il totale delle risorse potrà arrivare a un valore complessivo di circa due miliardi di euro, che si aggiungono agli oltre 280 milioni di euro impegnati nei precedenti bandi a favore di oltre 340 imprese attive nel settore
L’operazione ha l’obiettivo di finanziare i programmi di investimento rivolti alle filiere strategiche operative in ambito multiregionale, che dovranno essere sostenibili sotto il profilo ambientale e innovative dal punto vista tecnologico.
Nel dettaglio, l’iniziativa prevede un contributo diretto concesso dal Mipaaf utilizzando circa 800 milioni di euro provenienti dal Fondo Complementare al PNRR. A questa somma si aggiungono i finanziamenti agevolati (tasso fisso dello 0,5% annuo) fino a 600 milioni di euro concessi da Cdp, in affiancamento a prestiti di pari importo e durata (fino a 15 anni) erogati dal sistema bancario a condizioni di mercato. Per un totale, appunto, di circa due miliardi di euro.
Gli interventi ammissibili alle agevolazioni riguardano, in particolare, gli investimenti in attivi materiali e immateriali nelle aziende agricole, nel settore della trasformazione e della commercializzazione di prodotti agricoli, nella partecipazione dei produttori ai regimi di qualità, nella promozione dei prodotti agricoli e nella ricerca e sviluppo nel settore agricolo. Potranno, inoltre, essere ammessi alle agevolazioni i programmi con un ammontare di spese compreso tra 4 e 50 milioni di euro, volti a migliorare le relazioni organizzative e commerciali, l’impatto ambientale e la distribuzione del valore lungo la filiera fra i differenti soggetti.

Con il Decreto 4 luglio 2022, pubblicato il 30 agosto scorso, il MIPAAF ha istituito un fondo per sostenere le eccellenze gastronomiche e agroalimentari italiane che, nel complesso, stanzia 56 milioni di euro, di cui 25 milioni per il 2022 e 31 milioni per il 2023.
Le imprese che beneficeranno dei sostegni, erogati nella forma del de minimis ordinario, sono quelle della ristorazione, della pasticceria e della gelateria purché siano iscritte come attive al registro delle imprese da almeno 10 anni o in alternativa abbiano comprato, nei dodici mesi antecedenti la pubblicazione del decreto, prodotti DOP, IGP, SQNPI, SQNZ e biologici per almeno il 25% del totale delle forniture alimentari acquistate.
I costi ammissibili riguardano l’acquisizione di beni strumentali e macchinari nuovi, funzionali all’attività svolta dall’impresa.
Il contributo concedibile non deve essere superiore al 70% delle spese e non può superare i 30 mila euro.
Tuttavia, il decreto ministeriale, nell’ambito della ristorazione, circoscrive gli incentivi ai soli ristoranti tradizionali ovvero alle imprese con codice ATECO 56.10.11, escludendo di fatto le aziende che somministrano cibi e bevande in connessione con l’attività agricola, comunemente conosciute come agriturismi.
Confagricoltura, rilevata questa incomprensibile limitazione, è intervenuta presso il MIPAAF affinché, nelle more della definizione delle procedure di accesso a queste provvidenze pubbliche, i benefici vengano estesi anche alle aziende agrituristiche con codice ATECO 56.10.12.

In occasione della campagna vitivinicola 2022-2023 è stato pubblicato sul sito del MiPAAF il Vademecum vendemmiale dell’ICQRF (Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agro-alimentari), dove gli operatori del settore possono trovare indicazioni sui principali adempimenti a carico delle imprese, le norme di riferimento e le disposizioni applicative.
Il manuale comprende un’ampia illustrazione delle nuove norme che disciplinano le pratiche enologiche, insieme a una sezione dedicata ai documenti di accompagnamento che scortano i trasporti dei prodotti vitivinicoli, con in allegato un quadro sinottico e un’appendice illustrativa dove sono riportati casi e modalità di emissione.
L’ICQRF come ogni anno intensificherà in questo periodo i controlli nel settore vitivinicolo, per prevenire e contrastare comportamenti non conformi alle disposizioni nelle fasi di raccolta e movimentazione delle uve, operazioni di trasformazione e circolazione di prodotti e sottoprodotti vitivinicoli. Le verifiche saranno effettuate su tutto il territorio regionale, con controlli stradali e ferroviari.

Il vademecum può essere scaricato collegandosi al link:

https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/18438

Confagricoltura ha evidenziato al Mipaaf le forti difficoltà segnalate dalle aziende del comparto vitivinicolo per rispettare gli impegni previsti dal sistema delle autorizzazioni degli impianti vitati. Data la situazione di emergenza in atto, Confagricoltura ha chiesto di evitare l’applicazione delle sanzioni amministrative previste dall’art. 69 paragrafo 3 della Legge 238/2016, il quale stabilisce fino a tre anni di esclusione dalle misure di sostegno previste dall’organizzazione comune del mercato (OCM) vitivinicola e 1.500 euro per ettaro in caso di mancato utilizzo delle autorizzazioni ai nuovi impianti vitati. A questo proposito, il Ministero delle politiche agricole ha accolto favorevolmente l’istanza confederale asserendo che la difficoltà a mantenere gli impegni “non dipende in nessun modo dalla volontà degli interessati in quanto assolutamente imprevista ed imprevedibile” e valutando che “in caso di non utilizzo dell’autorizzazione concessa entro il periodo di validità della stessa, possano non trovare applicazione le sanzioni previste”. A breve il Mipaaf dovrebbe emanare una nota alle Regioni per la concessione della deroga per la non applicazione delle sanzioni.