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Nella sede nazionale di Confagricoltura, a Palazzo della Valle, si sono aperte le trattative per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale degli operai agricoli e florovivaisti. Il confronto è stato avviato a due mesi dalla ricezione della piattaforma sindacale e prima della scadenza dell’attuale contratto, prevista per il 31 dicembre 2021.
La tempestività con cui è stato avviato il negoziato, nonostante il difficile contesto che il Sistema Paese sta vivendo, è la dimostrazione del senso di responsabilità della parte datoriale e dell’attenzione che Confagricoltura ripone verso i lavoratori delle aziende agricole. Le imprese soffrono infatti la forte instabilità dei prezzi delle materie prime e gli aumenti dei costi di produzione e dell’energia che si ripercuotono su tutte le filiere.
Per alcune produzioni – evidenzia il delegato al Lavoro della Giunta di Confagricoltura, Sandro Gambuzzaalla fiammata dei costi si aggiunge una difficile situazione di mercato che spinge verso il basso i prezzi all’origine. I lavoratori e le lavoratrici, dal canto loro, fanno i conti con gli effetti inflattivi nella vita quotidiana, a partire dal rincaro delle bollette. Se questo fenomeno inflattivo sia di passaggio o destinato a durare, si scoprirà soltanto con il tempo, gestendolo con i giusti strumenti”.
Confagricoltura e le altre sigle datoriali intendono affrontare con spirito proattivo i punti fondamentali relativi al rinnovo del CCNL, a partire dalla flessibilità degli orari, passando per il salario minimo, fino alla stabilizzazione dei rapporti di lavoro (coerentemente con la natura necessariamente stagionale del lavoro agricolo). Il sistema contrattuale del settore primario è all’altezza della sfida: lo dimostra la formalizzazione di circa il 90% dei contratti provinciali di lavoro, anche se in certi casi con qualche ritardo.
La platea interessata dal rinnovo del CCNL è composta da circa 180.000 aziende assuntrici di personale e oltre 1 milione di lavoratori, di cui 110.000 assunti a tempo indeterminato e 950.000 a tempo determinato. Di questi ultimi, mezzo milione costituisce la parte più strutturale e qualificata, con oltre cento giornate lavoro annue.

In data odierna, a seguito di numerosi incontri ed intensa trattativa, nella sede di Asti di Confagricoltura, è stato sottoscritto l’Accordo per il rinnovo del Contratto di Lavoro della Provincia di Asti per gli operai agricoli e florovivaisti, valevole per il quadriennio 2020-2023, tra le organizzazioni datoriali Confagricoltura (Asti Agricoltura), Coldiretti Asti e Cia ed i sindacati dei lavoratori Flai Cgil di Asti, Fai Cisl Al-At e Uila Uil Asti-Cuneo.
Al tavolo dell’intesa Asti Agricoltura era rappresentata dal direttore Mariagrazia Baravalle, su mandato del Presidente Gabriele Baldi, assistita dalla responsabile del servizio Paghe Annalisa Cespoli.
Al fine di monitorare l’andamento del comparto provinciale agricolo, che sta vivendo momenti di difficoltà nelle sue varie componenti, le parti si sono impegnate a dare piena attuazione ed operatività all’Osservatorio Provinciale al fine anche di definire le reali necessità (fabbisogni manodopera, inquadramenti e percorsi qualificanti, andamenti occupazionali) del settore.
Proprio l’attenzione all’evolversi della attività connesse all’agricoltura ha determinato l’inserimento e l’aggiornamento delle figure professionali addette al settore agrituristico ed all’enoturismo.
Particolare sensibilità nei confronti di un tema caldo a livello nazionale, quale quello delle campagne di raccolta, ha portato sperimentalmente, alla loro eliminazione, mantenendo la qualifica di operaio comune addetto alla raccolta solo per la vendemmia, attività decisamente importante per il territorio vitivinicolo astigiano.
L’intesa introduce poi elementi qualificanti per quanto riguarda la gestione degli appalti prevedendo che copia dei contratti vengano consegnati all’Ente Bilaterale Ebata ed, a favore dei lavoratori, prevede un adeguamento alle previsioni del contratto nazionale in materia di permessi straordinari.
Una vera “rivoluzione copernicana” investe, in via sperimentale, la gestione dei a gestione dei giorni di carenza, le cui indennità saranno corrisposte a decorrere dal 2022 direttamente al lavoratore attraverso l’Ebata e non più anticipate dal datore di lavoro.
L’accordo, che interessa circa 1.250 aziende agricole del territorio provinciale e quasi 460.000 giornate lavorate nel corso dell’anno, prevede un adeguamento retributivo dell’1,8% per tutte le aree e livelli, che verrà corrisposto in due tranche: una prima frazione pari a 0,6% con decorrenza dal mese di luglio ’21 ed un seconda frazione pari a 1,2% con decorrenza dal mese di dicembre ’21.
Il commento del direttore Baravalle: “Riteniamo che questa intesa sia un buon risultato a fronte del periodo di incertezza, correlato anche alla pandemia Covid 19, ancora in atto” ed aggiunge “L’aumento salariale inferiore a 2 punti percentuali deve essere contestualizzato nelle dinamiche attuali del settore, con marginalità sempre più risicate”.

L’emergenza coronavirus presto provocherà difficoltà nelle campagne per la carenza di operai agricoli indispensabili per le lavorazioni ortofrutticole e per le operazioni di raccolta. In un’intervista sul Corriere della Sera in edicola questa mattina il presidente nazionale di Confagricoltura Massimiliano Giansanti lancia una proposta: “Proprio in queste ore abbiamo scritto alle ministre Teresa Bellanova dell’Agricoltura e Nunzia Catalfo del Lavoro per favorire l’incrocio tra domanda e offerta con il ricorso a manodopera italiana disponibile a lavorare nel settore agricolo, anche se al momento fruisce del Reddito di cittadinanza. Occorre superare dei limiti normativi, ma basterebbe un emendamento al decreto legge 18/20 per garantire ai datori di lavoro agricolo un esonero contributivo e a chi beneficia del Reddito di cittadinanza un prolungamento del periodo di percezione pari alla durata del rapporto di lavoro stagionale. Inoltre si potrebbe fare una sorta di call per gli operai in cassa integrazione di altri settori o un reclutamento dei disoccupati con strumenti che facilitino le assunzioni, come i voucher”.

In allegato l’intervista al presidente Giansanti su “Il Corriere della Sera” di oggi, 31/03/2020:

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foto: www.rivistadiagraria.org