Dopo il lunghissimo periodo di chiusure ed inattività causate dalla pandemia Covid-19, dal 2023 ANPA riprenderà le consuete attività del soggiorno invernale, ricominciando proprio dalla località programmata per il 2020 e poi purtroppo annullata: Bardolino sul Lago di Garda.
Il soggiorno si svolgerà dal 6 al 21 marzo 2023 e gli ospiti avranno al possibilità di alloggiare al Parc Hotel Gritti.
Il Parc Hotel Gritti vanta una posizione unica, proprio sul lungolago e ad appena 5 minuti a piedi dal centro di Bardolino, una delle perle del lago di garda e zona di produzione del famoso vino.
Il soggiorno sarà articolato in due turni:

– 1° turno: arrivo pomeriggio: lunedì 6 marzo – partenza mattino: lunedì 13 marzo

– 2° turno: arrivo pomeriggio: martedì 14 marzo – partenza mattino: martedì 21 marzo

ogni turno sarà quindi di otto giorni e sette notti.

 

Per ulteriori informazioni in merito al programma dei soggiorni è possibile visualizzare e scaricare il seguente allegato e per le prenotazioni è possibile rivolgersi al Patronato Enapa della Confagricoltura di Asti, ai seguenti recapiti: 0141434943 – asti@enapa.it

 

Soggiorni invernali ANPA

La Docg Asti incanta la città di Torino nella settimana in cui i riflettori del grande sport internazionale sono accesi sul capoluogo piemontese e sul campo da gioco vanno in scena le avvincenti sfide tra i migliori tennisti del mondo alle Nitto ATP Finals 2022, di cui il Consorzio dell’Asti è Official Sparkling Wine. Mercoledì 16 novembre, presso l’Aula della Camera Italiana del Museo Nazionale del Risorgimento Italiano, il Consorzio dell’Asti ha presentato il Forum “Novant’anni di Bollicine. Storia e Prospettive della Denominazione Asti” e ha inaugurato la Mostra storica “Novant’anni di Bollicine”, che il prestigioso museo torinese ospiterà fino all’8 gennaio.
Durante il Forum “Novant’anni di Bollicine. Storia e Prospettive della Denominazione Asti”, moderato dalla scrittrice Cinzia Benzi, sono emersi interessanti spunti legati al mondo del vino e della comunicazione. “Vogliamo essere concentrati sul futuro della Denominazione e sulla spinta all’innovazione che è intrinseca nella DOCG Asti fin dal principio grazie all’invenzione tutta italiana del Metodo Martinotti.” così il Presidente Lorenzo Barbero inaugura il convegno, lasciando poi la parola al primo Master of Wine italiano Gabriele Gorelli che racconta la proposta di vini dolci nella fascia medio-alta della ristorazione e fornisce una panoramica dell’attualità e possibili scenari futuri. In particolare, premia la varietà e la ricchezza degli aromi del Moscato d’Asti, invitando ad abbandonare dogmi e stereotipi a favore di abbinamenti dirompenti e inusuali, che ritiene vincenti per un vino empatico, contemporaneo ed inclusivo come il Moscato d’Asti. Si prosegue con Marco Amato, Direttore di Sala del ristorante Imàgo dell’Hotel Hassler di Roma, che sottolinea la versatilità di questo vino raccontandone i diversi impieghi, nel calice e nel piatto, non solamente abbinato al dolce. “Nel mondo del vino serve avere il coraggio di presentare cose inedite, in particolare la Docg Asti deve avere il coraggio di stonare un po’ e di inventare qualcosa di stuzzicante.” afferma il giornalista e ideatore di Identità Golose Paolo Marchi, che continua: “Una tendenza giovane, contemporanea e internazionale sono i menù vegetariani, perfetti in abbinamento con spumanti aromatici come l’Asti Docg. Tanti grandi cuochi oggi lavorano sul vegetale e sulle nuove opportunità che offre”. Successivamente Eleonora Galimberti di Enozioni Digital Atelier racconta la centralità del marketing esperienziale, che può servirsi del vino per narrare i valori dell’azienda e rafforzare la sua brand identity. Il food guru Filippo Polidori, poi, sottolinea l’importanza di legare un prodotto a momenti di serenità e divertimento, come avviene con l’Asti e le festività, poiché sono i sentimenti che portano all’azione e alla scelta dei consumatori. Nella strategia digitale, non a caso, è fondamentale accendere il desiderio degli interlocutori, conquistarne il cuore piuttosto che il cervello. E conclude: “Le nuove tendenze nel mondo della cucina e del vino hanno creato terreno fertile per riportare la Docg Asti dove merita, poiché è una Denominazione che può interpretare i tempi e le tendenze moderne.” Successivamente il giornalista e illustratore Gianluca Biscalchin sottolinea l’importanza del racconto e del recupero del linguaggio estetico e grafico degli scorsi decenni: “L’immaginario della DOCG Asti è così definito e la sua identità è così precisa che i manifesti esposti alla mostra Novant’Anni di Bollicine sono attuali ancora oggi”. Spazio anche alle partnership siglate con il circuito ATP di tennis grazie all’intervento del Vice Presidente di Partnership e Business Development di ATP Rodolphe Tastet. Sul palco si sono susseguiti i maggiori esponenti del Consorzio dell’Asti, in particolare in apertura e in chiusura il Presidente Lorenzo Barbero, poi il Vice Presidente Senior Stefano Ricagno e il Direttore Giacomo Pondini, che hanno enunciato come oggi per il Consorzio dell’Asti la sfida sia far emergere tutto il reale valore della Denominazione: far toccare con mano ai consumatori la qualità dei prodotti, portare i giovani a visitare le prime colline del vino dichiarate Patrimonio dell’Umanità UNESCO, far degustare e assaporare l’inconfondibile aromaticità dell’Asti e del Moscato d’Asti. L’incontro, a cui hanno preso parte numerosi ospiti e un’ottima cornice di pubblico, è stato trasmesso in diretta streaming ed è ancora visibile sulla pagina Facebook del Consorzio dell’Asti.
Al termine del Forum, sempre al Museo Nazionale del Risorgimento Italiano di Torino, in piazza Carlo Alberto 8, è stata inaugurata la mostra celebrativa “Novant’anni di bollicine”, che ha già riscosso grande successo a Palazzo Mazzetti ad Asti. L’esposizione sarà visitabile fino a domenica 8 gennaio per condurre gli ospiti in un viaggio nel passato, presente e futuro della Denominazione, pioniera della tradizione spumantistica italiana nel mondo. La mostra, curata da Pier Ottavio Daniele e a cui hanno collaborato Giancarlo Ferraris, Andrea Triberti, Massimo Branda, Luca Percivalle, Zeta Solution e Designstudio25, apre uno spazio di riflessione utile a evidenziare il contributo che il Consorzio dell’Asti ha saputo dare al comparto vitivinicolo, non solo in termini di crescita culturale ed economica. Il visitatore è atteso da un’esperienza completa e appagante che, grazie a uno storytelling emozionale, attraversa le diverse aree di attività della Denominazione. L’esposizione, infatti, documenta l’evoluzione e la storia della Docg Asti anche attraverso le campagne di comunicazione (consortili e delle aziende stesse) che hanno reso riconoscibili l’Asti Spumante e il Moscato d’Asti a livello internazionale. Dalle prime immagini pubblicitarie ai poster di grandi artisti come Leonetto Cappiello e Armando Testa, dai Caroselli televisivi in bianco e nero degli anni ‘50 agli spot dei giorni nostri, ancorati nell’immaginario collettivo anche grazie al coinvolgimento di star di Hollywood e divi internazionali.
Arte, storia e sport trovano il loro punto d’incontro nella Docg Asti, nell’anno in cui il 17 dicembre il Consorzio di Tutela festeggia il prestigioso traguardo del suo 90esimo anniversario. Ogni battuta sul campo da gioco porta con sé i valori di lealtà e trasparenza che accomunano i grandi sportivi alle centinaia di famiglie di viticoltori che con dedizione coltivano l’uva Moscato bianco. E ogni immagine esposta alla Mostra racconta la storia di tradizioni piemontesi antiche, tramandate con cura e passione di generazione in generazione per assicurare ai consumatori gli inconfondibili aromi dell’Asti Spumante e del Moscato d’Asti.

Confagricoltura richiama ancora una volta l’attenzione del mondo politico sul momento di estrema difficoltà che sta attraversando il comparto frutticolo, a livello nazionale e anche in Piemonte, dopo una campagna compromessa dalla siccità e dall’ondata di caldo anomalo, oltre che dai forti rincari dei fattori produttivi.
Michele Ponso, frutticoltore cuneese presidente della Federazione Nazionale Frutticoltura di Confagricoltura, esaminando la situazione insieme ai frutticoltori di Confagricoltura dell’Emilia Romagna e ai vertici di Confagricoltura nazionale, ha ribadito che “servono misure urgenti per dare un supporto finanziario alle imprese, quali indennizzi e strumenti di sostegno al reddito e alla liquidità, ma anche interventi per alleviare i costi di produzione, oramai insostenibili, agendo sulla riduzione del costo del lavoro attraverso la decontribuzione degli oneri sociali. Urgono inoltre – ha aggiunto Ponso – detrazioni fiscali per calmierare i prezzi dell’energia e interventi tempestivi per ridare competitività al settore, accelerando sullo sviluppo della ricerca scientifica e delle moderne biotecnologie sostenibili”.
I frutticoltori si trovano ad affrontare un altro anno molto complicato, che ha visto crollare produttività e redditività delle imprese. “Occorrono azioni immediate da parte del governo e dell’Europa, in raccordo con le regioni e le organizzazioni dei produttori”, sostiene Ponso.
Le richieste da proporre al nuovo parlamento e al nuovo esecutivo sono su più fronti: affrettare i tempi per costituire il catasto frutticolo oramai richiesto da anni; istituire un tavolo frutticolo nazionale permanente per affrontare lo stato di crisi e puntare al rilancio del comparto; mirare a ottenere la moratoria sui mutui e la concessione di aiuti per l’espianto e il reimpianto; risolvere la problematica relativa alla sospensione dei contributi; indirizzare la ricerca e destinare i fondi regionali per la risoluzione delle problematiche più urgenti.

 

Produzione in calo del 9,1% per il grano tenero e del 14,7% per il mais. In base ai dati provvisori dell’Istat a livello nazionale elaborati da Confagricoltura Piemonte quest’anno la produzione di frumento tenero è stata di 27.973.961 quintali di granella (30.532.650 quintali il raccolto 2021), quella di mais è stata di 52.237.540 quintali (61.255.911 quintali l’anno scorso).
Al di là della siccità che ha ridotto i quantitativi raccolti in tutta Italia – sottolinea Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonteil dato che deve far riflettere è la continua erosione della superficie a granoturco”.
Nell’ultimo biennio le coltivazioni di granturco italiane sono scese da 602.856 a 578.417 ettari, con una contrazione del 4% dei terreni investiti. In base ai dati Istat del 2007 la superficie coltivata era di 1.053.396 ettari: in 15 anni abbiamo perso il 48% dei campi di granoturco italiani. In Piemonte la discesa è stata meno marcata, ma comunque significativa perché abbiamo perso il 24,7% delle superfici: nel 2007 si coltivavano 177.419 ettari di mais; quest’anno il dato si assesta a 133.623 ettari.
Questi numeri ci dicono che continua ad aumentare la nostra dipendenza dall’estero per un prodotto strategico per la zootecnia italiana di qualità e per la nostra filiera agro-alimentare. È necessario che le istituzioni si facciano carico di questa situazione – aggiunge Allasia – per contribuire a valorizzare le nostre produzioni di eccellenza, intervenendo in primo luogo per favorire l’accumulo e l’utilizzo delle risorse idriche, indispensabili per la produzione dei cereali”.

Si informa che il CONAI, valutando lo scenario attuale della filiera del riciclo degli imballaggi e i pareri dei Consorzi RICREA, RILEGNO, COREPLA, BIOREPACK e COREVE, ha stabilito nuove riduzioni del contributo ambientale (o CAC) per gli imballaggi in acciaio, legno, plastica, plastica biodegradabile e compostabile e vetro.
I valori dei materiali riciclati sul mercato, pur presentando in alcuni casi una prima significativa flessione, si sono, infatti, mantenuti ancora alti, e continuano a generare effetti positivi per il Sistema consortile, in particolare per acciaio, plastica e vetro. Una situazione che ha permesso così a CONAI di approvare nuove diminuzioni dei CAC per cinque materiali di imballaggio. Le riduzioni saranno in vigore dal 1° gennaio 2023. Si stima che le riduzioni approvate porteranno alle aziende risparmi da CAC per quasi 170 milioni di euro.

Nel dettaglio, i nuovi valori del CAC dal 1° gennaio saranno:

• imballaggi in acciaio:

Il valore del CAC per l’acciaio si riduce da 8 a 5 euro/tonnellata:

• imballaggi in legno

Il valore del CAC per il legno si riduce da 9 a 8 euro/tonnellata:

• imballaggi in plastica

Su tali imballaggi va fatta una premessa: entra in vigore dal 1° gennaio 2023 la classificazione degli imballaggi in plastica in nove fasce con differenti valori contributivi.
La vecchia fascia A1, il cui CAC era pari a 60 euro/tonnellata, sarà divisa in due: A1.1 e A1.2, per separare gli articoli sui quali COREPLA riconosce un corrispettivo per le attività di rigenerazione e riciclo (fusti e cisternette IBC, che saranno in fascia A1.2). Per la A1.2 il CAC resta invariato. Per la A1.1, invece, scende a 20 euro/tonnellata. Invariata la fascia A2, e invariato anche il suo CAC (150 euro/tonnellata). Segmentata in due fasce anche la B1: si divide in B1.1 e B1.2, con l’obiettivo di separare gli articoli in PET (in B1.2) dagli articoli in HDPE (che saranno in B1.1). Per entrambe le fasce il CAC rimane pari a 20 euro/tonnellata. Si scompone in tre fasce la vecchia fascia B2.
I contenitori rigidi in polipropilene rientreranno in B2.1, per cui il CAC passa da 410 a 350 euro/tonnellata. Gli articoli riciclabili a base poliolefinica passano nella fascia B2.2, il cui CAC resta pari a 410 euro/tonnellata.
Nasce invece la fascia B2.3 per accogliere quegli imballaggi con filiere di riciclo sperimentali e in consolidamento, che escono dalla fascia C. Per loro, un passaggio dai 560 euro/tonnellata della fascia C a 555 euro/tonnellata. La fascia C, pur assottigliata, resta in vigore per gli imballaggi non ancora selezionabili o riciclabili allo stato delle tecnologie attuali. Per loro il CAC non varia: 560 euro/tonnellata.

Dal 1° luglio 2023 sono previsti aumenti per tre fasce del CAC plastica al fine di correlarne i valori sempre di più ai costi necessari per avviare a riciclo le tipologie di imballaggi in plastica incluse in quelle fasce.
Il CAC della fascia A1.2 passerà da 60 a 90 euro/tonnellata.
Il CAC della A2 da 150 a 220 euro/tonnellata.
E il CAC della B2.2 da 410 a 477 euro/tonnellata.
Nonostante questi aumenti il contributo medio per gli imballaggi in plastica nel 2023 sarà, comunque, in diminuzione rispetto al 2022.

• imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile:

Il valore del CAC per la bioplastica compostabile si riduce da 294 a 170 euro/tonnellata.

• imballaggi in vetro:

Il valore del CAC per il vetro passa da 29 a 23 euro/tonnellata.

Procedure semplificate

Nel 2023 entrerà nel vivo il nuovo progetto di semplificazione che consentirà, dopo una prima fase sperimentale, l’abolizione delle dichiarazioni periodiche del contributo ambientale, qualora si mettano a disposizione di CONAI alcuni dati contenuti nelle fatture elettroniche emesse dai produttori e dai commercianti di imballaggi.
Saranno preventivamente divulgate dal Conai le modalità tecniche e operative per accedere, su base volontaria dei consorziati, al nuovo modello dichiarativo.
Le riduzioni avranno effetti anche sulle procedure forfettarie/semplificate per importazione di imballaggi pieni, sempre a decorrere dal 1° gennaio 2023.
L’aliquota da applicare sul valore complessivo delle importazioni (in euro) diminuirà da 0,13 a 0,12% per i prodotti alimentari imballati; resterà invece invariata quella relativa ai prodotti non alimentari imballati (0,06%).
Il contributo mediante il calcolo forfettario sul peso dei soli imballaggi (tara) delle merci importate (peso complessivo senza distinzione per materiale) scenderà dagli attuali 61 a 59 euro/tonnellata.

Per domande e chiarimenti il Conai ha messo a disposizione un numero verde 800337799 e la casella e-mail dedicata: infocontributo@conai.org.