Il 21 gennaio il Ministero della Salute ha definito il nuovo Piano di sorveglianza e prevenzione in Italia (e Piano di eradicazione in Sardegna) per il 2020 in merito alla Peste Suina Africana.
Il piano, che si articola in diversi ambiti, prevede tra l’altro la sorveglianza passiva nelle popolazioni di cinghiali, la sorveglianza passiva negli allevamenti di suini, il controllo numerico della popolazione di cinghiali, la verifica dei livelli di applicazione delle misure di biosicurezza e l’attivazione di una campagna di formazione ed informazione degli stakeholders. Le Regioni devono ora definire le misure che dovranno essere messe in atto per attuare il Piano di sorveglianza. “In sintesi – spiega Confagricoltura Piemonte in una nota – il Piano di sorveglianza si prefigge l’obbiettivo di riscontrare tempestivamente un eventuale focolaio della malattia con il controllo diagnostico di tutti i cinghiali rinvenuti morti e di tutti i casi sospetti negli allevamenti. Si prevedono misure volte ad assicurare l’applicazione delle corrette misure di biosicurezza negli allevamenti, con l’implementazione di quelle previste negli allevamenti non commerciali o allo stato semi-brado e brado, e di controllo della popolazione dei cinghiali soprattutto nelle zone ritenute a rischio o per realizzare una discontinuità geografica e rendere attuabile il principio di regionalizzazione“.
Sono, quindi, ribaditi i criteri di biosicurezza per le aziende suinicole non commerciali (familiari), per quelle commerciali e per quelle che allevano allo stato brado e semi-brado che saranno oggetto di controllo, nel 2020, da parte dei servizi veterinari e di inserimento in ClassyFarm delle rilevazioni effettuate tramite la compilazione di check list
Il Ministero precisa che in questo primo anno di applicazione del Piano la verifica del livello di biosicurezza ha carattere esclusivamente di rilevazione al fine di disporre di una visione generale delle condizioni di biosicurezza degli allevamenti suinicoli italiani. Inoltre, invita i Servizi Veterinari ad adottare, nell’eseguire i controlli in loco, un approccio proporzionale al rischio e correlato alla situazione territoriale esistente. Raccomanda, quindi, di attenersi a quanto previsto nella check-list e a porre in essere quanto necessario al fine della più completa e corretta registrazione dei dati nel sistema Classyfarm. Invece, per quanto attiene gli allevamenti dotati di veterinario aziendale saranno questi ultimi a compilare l’apposita check-list ugualmente reperibile nel sistema Classyfarm.
Nel Piano viene fatto presente il rispetto della norma in merito alla corretta registrazione ed identificazione dei capi e sul controllo delle movimentazioni tramite il sistema del modello 4 informatizzato per avere una chiara tracciabilità dei suini sul territorio nazionale e la possibilità di mettere in atto repentine misure in caso di focolai. In merito alla commercializzazione dei prodotti l’Autorità centrale farà da coordinatore con l’Agenzia delle Dogane e con il Comando dei Carabinieri per vigilare sulle merci in entrata nel Paese, anche tramite i viaggiatori, e per evitare il commercio illegale di alimenti di origine suina.
E’ previsto un programma di formazione ed informazione per i servizi veterinari regionali e locali, veterinari liberi professionisti, cacciatori, allevatori, forze dell’ordine con la finalità di rendere più efficace l’azione di prevenzione e aumentare le capacità di intervento nei confronti di una eventuale emergenza sanitaria con prove pratiche che simuleranno la rilevazione di un focolaio.
In caso di positività verranno applicate le misure previste dal Regolamento comunitario con la delimitazione di un’area di restrizione (raggio 3 Km) e di sorveglianza (raggio 10 Km) in cui verranno applicate le misure previste dal Piano di emergenze epidemiche nazionale. E’ previsto per l’abbattimento dei capi delle aziende riscontrate infette un risarcimento dei proprietari di un prezzo medio di mercato secondo il sistema nazionale di rilevazione dei prezzi.
Il Piano prevede la raccolta di campioni sia sugli animali selvatici ritrovati morti o abbattuti, sia sui suini di allevamento secondo una procedura che prevede l’utilizzo di schede di accompagno campioni. Si prevede di analizzare circa 2000 suini di allevamento ogni anno con particolare attenzione agli allevamenti con consistenza inferiore ai 50 capi (in Italia sono presenti 135.999 allevamenti di cui 101.879 risultano allevamenti non commerciali/familiari).
In merito al contenimento dei cinghiali ogni Regione prevederà un proprio programma di abbattimento e di informazione alla popolazione e formazione ai cacciatori per l’individuazione di carcasse e la segnalazione ai servizi sanitari competenti e alla forestale. Tale attività prevede dei fondi per ricompensare coloro che faranno la segnalazione.

Confagricoltura Asti comunica che sono aperte le iscrizioni ai corsi di formazione per l’abilitazione alla guida delle trattrici agricole e per il rilascio e il rinnovo del patentino per l’utilizzo dei prodotti fitosanitari.

Nello specifico, i corsi di formazione che avranno luogo saranno i seguenti:

– rinnovo dell’autorizzazione all’acquisto ed utilizzo dei prodotti fitosanitari;
– rilascio ex novo dell’autorizzazione all’utilizzo dei prodotti fitosanitari;
– rinnovo dell’abilitazione all’utilizzo delle trattrici agricole gommate e cingolate;
– rilascio ex novo dell’abilitazione all’utilizzo delle trattrici agricole gommate e cingolate;

Si ricorda che a partire dal 01/01/2020 chi utilizza una trattrice agricola, senza aver preventivamente conseguito l’abilitazione, è soggetto a pesanti sanzioni. In caso di mancata abilitazione da parte di coadiuvanti o dipendenti, può scattare la sanzione penale a carico del titolare dell’azienda.

Il corso per il rilascio ex novo dell’abilitazione all’utilizzo delle trattrici (patentino trattori) è previsto per il 28 e 29 febbraio 2020 e fino al prossimo autunno non saranno organizzati ulteriori corsi. Le date degli altri incontri saranno comunicate prossimamente.

Considerato il limitato numero di posti, gli interessati sono pregati di comunicare la propria adesione entro martedì 11/02/2020, contattando l’Ufficio Tecnico di Confagricoltura Asti: 0141434943

Presente anche Confagricoltura Asti all’interno del Coordinamento Provinciale Agricoltori, costituito mercoledì 5 febbraio, presso la sede della Provincia di Asti, mediante la firma di un protocollo di intesa.
L’accordo, promosso dal consigliere provinciale con delega all’Agricoltura Davide Massaglia, è stato firmato dal presidente della Provincia di Asti Paolo Lanfranco, insieme ai responsabili delle organizzazioni agricole astigiane, ovvero: Confagricoltura, Coldiretti, Cia, e Atima.
Si tratta di un coordinamento permanente condiviso dalle associazioni di categoria, al fine di instaurare con la Provincia di Asti un reciproco confronto in merito a tematiche agricole, nonché ambientali e venatorie, di interesse comune. La Provincia di Asti si impegnerà a raccogliere tutte le istanze delle associazioni di categoria, creando un fronte comune in grado di affrontare i problemi e proponendo iniziative e soluzioni alla Regione Piemonte e al Governo centrale. Un gruppo di lavoro che unisce la competenza messa a disposizione dagli uffici delle organizzazioni agricole e la forza politica dell’ente provinciale in grado di portare gli interessi di un territorio presso le istituzioni più alte del Paese. Il protocollo avrà durata fino al 31 dicembre 2022 e sarà costituito da una commissione paritetica permanente composta da un rappresentante di ciascun soggetto sottoscrittore.
“L’unione fa la forza” è sicuramente il motto più appropriato in questo momento, che vede finalmente le basi di un progetto condiviso tra tutti gli attori del comparto agricolo: tutti uniti per valorizzare e tutelare l’agricoltura astigiana.
Per Confagricoltura Asti ha firmato l’accordo il commissario Ezio Veggia, presente mercoledì mattina insieme al direttore Mariagrazia Baravalle, che all’unisono affermano: “Siamo soddisfatti di questo progetto, anche perché in modo estremamente concreto ha già individuato alcuni argomenti di cui occuparsi (ad esempio manutenzione strade, regolamenti rurali comunali, spandimento reflui) e in modo operativo ha già stabilito un primo incontro della commissione”.

 

Ezio Veggia di Confagricoltura Asti e gli altri responsabili delle organizzazioni agricole astigiane, con il presidente Lanfranco e il consigliere Massaglia, in occasione della firma del protocollo di intesa

(foto: Mariagrazia Baravalle)

L’obiettivo principale dei regolamenti transitori della PAC post 2020 deve essere quello di garantire la certezza giuridica agli agricoltori comunitari, così da dare continuità per tutto il 2021 a misure fondamentali per il perseguimento delle loro attività, quali ad esempio i pagamenti diretti, ma anche i Programmi Operativi e i Piani di Sviluppo Rurale-PSR, tutti strumenti fondamentali anche in termini di integrazione del reddito”. Lo ha sottolineato il coordinamento di Agrinsieme, che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, intervenendo in audizione in Commissione agricoltura della Camera dei deputati su uno dei regolamenti transitori della PAC per prorogare le attuali regole, in scadenza nel 2020.
E’ poi fondamentale difendere a ogni costo i fondi comunitari a disposizione del comparto primario, così da dare agli agricoltori e alle cooperative le risorse necessarie ad affrontare le importanti sfide che li attendono ed evitando al contempo che questi ultimi si vedano costretti a dover perseguire obiettivi più ambiziosi con meno risorse; in tal senso, occorre rispettare la disposizione volta a garantire un equo tenore di vita agli agricoltori, sancita dal trattato sul funzionamento dell’Unione Europea”, ha osservato Agrinsieme.
Il reddito dei produttori agricoli è inferiore alla media degli altri settori ed è su questa già critica condizione che pesano gli annunciati tagli ai fondi agricoli comunitari; il nostro Paese, infatti, per il solo 2021 rischia di perdere circa 370 milioni di euro, derivanti da un taglio del 3,9% dei pagamenti diretti e del 15,6% dei fondi per lo sviluppo rurale”, ha ricordato il Coordinamento.
In una situazione in cui sono ancora in corso i negoziati sul nuovo Quadro Finanziario Pluriennale-QFP, che fisserà i limiti di spesa dell’UE per il settennato 2021-27, è parimenti importante garantire che nella fase di transizione gli stanziamenti rimangano inalterati, così da evitare che gli ambiziosi impegni in termini ambientali della PAC post 2020, per il raggiungimento dei quali gli agricoltori vogliono giocare un ruolo attivo e da protagonisti, vadano a ricadere unicamente sulle spalle del primario”, ha concluso Agrinsieme.

E’ on-line il nuovo bollettino sul nocciolo del 03/02/2020

Per visualizzarlo clicca sul seguente file allegato:

nocciolo_03_02_2020