Il primo bando sull’Operazione 4.1.3 del PSR si chiuderà domani 14 febbraio. L’operazione 4.1.3 è volta a migliorare la sostenibilità ambientale delle attività agricole e di allevamento, comparto da cui si libera in atmosfera una quota significativa dell’ammoniaca di origine agricola, e dà inoltre attuazione agli impegni previsti dal nuovo accordo di programma per l’adozione coordinata e congiunta di misure per il miglioramento della qualità dell’aria nel Bacino Padano.
I finanziamenti (fino al 40% a fondo perduto) sono rivolti a migliorare la gestione aziendale dei reflui zootecnici e dei digestati (es. realizzazione di coperture per le vasche di stoccaggio esistenti, acquisto di strutture mobili aggiuntive per lo stoccaggio) e all’acquisto di separatori o di macchine ed attrezzature per la distribuzione interrata o rasoterra di effluenti zootecnici e digestati.
E’ già in programma l’apertura di un secondo bando che potrà contare su una dotazione finanziaria di 3 milioni di euro ai quali andranno aggiunte le economie del primo bando. Anche in questo caso alle aziende ricadenti nelle nuove ZVN verranno riservati specifici punteggi di priorità che ne dovrebbero garantire il finanziamento.

Dopo diverse richieste avanzate da Confagricoltura per l’estensione anche alle imprese agricole che determinano il reddito su base catastale degli incentivi per l’acquisto dei beni strumentali nuovi, in particolare per quelli funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale delle imprese, secondo il Piano Nazionale Impresa 4.0, con la disposizione di cui all’art.1, commi 184-197 della Legge di Bilancio si prevede la trasformazione degli incentivi fiscali del Super e Iper ammortamento in credito d’imposta, a prescindere dal sistema di determinazione del reddito delle imprese che effettuano gli investimenti.
Più in particolare, è concesso un credito d’imposta, da utilizzare esclusivamente in compensazione, ex art. 17 del D.Lgs. n. 241/97 (Mod. F24), alle imprese residenti nel territorio dello Stato che, indipendentemente dalla forma giuridica, dal settore economico di appartenenza, dalla dimensione e dal regime fiscale di determinazione del reddito, comprese dunque le imprese agricole sia in forma individuale che societaria tassate in base al reddito agrario, effettuano investimenti in beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive ubicate nel territorio dello Stato a decorrere dal 1° gennaio 2020 e fino al 31 dicembre 2020, ovvero entro il 30 giugno 2021 a condizione che entro la data del 31 dicembre 2020 il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20% del costo di acquisizione.
Per ulteriori informazioni rivolgersi all’ufficio fiscale di Confagricoltura Asti

La Regione Piemonte ha prorogato la scadenza per la presentazione delle domande di contributo per l’Operazione 4.1.3 “Riduzione delle emissioni di ammoniaca e gas serra in atmosfera” a venerdì 14 febbraio 2020.
Il bando sostiene le aziende nel migliorare la sostenibilità ambientale delle attività agricole e di allevamento, comparto da cui si libera in atmosfera una quota significativa dell’ammoniaca di origine agricola, e dà inoltre attuazione agli impegni previsti dal nuovo accordo di programma per l’adozione coordinata e congiunta di misure per il miglioramento della qualità dell’aria nel Bacino Padano. I finanziamenti sono rivolti ad aziende agricole, singole e associate, anche non zootecniche, per investimenti destinati a migliorare la gestione aziendale dei reflui zootecnici e dei digestati (per esempio realizzazione di coperture per le vasche di stoccaggio esistenti, acquisto di strutture mobili aggiuntive per lo stoccaggio, acquisto di separatori o di macchine ed attrezzature per la distribuzione interrata o rasoterra di effluenti zootecnici e digestati, etc.) e a ridurre il consumo di acqua in stalla e la diluizione del refluo in vasca.
La dotazione economica del bando è di 4 milioni di euro.

Oltre al rallentamento della crescita economica, tra le possibili conseguenze dell’epidemia Coronavirus c’è anche una ritardata applicazione del nuovo accordo commerciale tra Stati Uniti e Cina”. Lo sottolinea il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti che precisa come non sia in discussione l’entrata in vigore a metà febbraio dell’intesa, ma che, per effetto della revisione al ribasso delle stime sull’andamento dell’economia, le autorità di Pechino stiano valutando se chiedere un margine di flessibilità nel rispetto degli impegni sottoscritti, con particolare riferimento all’aumento delle importazioni dagli Stati Uniti.
Il nuovo accordo bilaterale prevede, infatti, la possibilità di avviare consultazioni tra le parti, “nel caso di disastri naturali o altri eventi imprevedibili”.
Per quanto riguarda il settore agroalimentare, la Cina ha assunto l’impegno a far salire le importazioni dagli Stati Uniti fino a 80 miliardi di dollari entro il 2021. Nel 2017, prima dell’avvio del contenzioso commerciale, l’import cinese si attestava a 24 miliardi di dollari. L’aumento medio, quindi, sarebbe di circa 16 miliardi l’anno.
Alla luce di queste cifre – aggiunge Giansanti – è evidente che la flessibilità avrebbe un impatto sulle prospettive degli scambi commerciali su scala mondiale. Gli Stati Uniti dovrebbero continuare a guardare verso altri mercati di sbocco, tra cui quello europeo, in attesa del rilancio degli acquisti cinesi”.
Dalla seconda metà del 2018, gli Stati Uniti sono diventati il primo fornitore di soia degli Stati membri, prendendo il posto fino ad allora detenuto dal Brasile. Per farine e pannelli di soia, stando ai dati della Commissione europea, le importazioni dai Paesi terzi coprono circa il 95% del fabbisogno della UE.
Confagricoltura rileva, inoltre, che non c’è nessun legame tra l’epidemia Coronavirus e la riduzione – dal 10 al 5 per cento dal 14 febbraio – dei dazi applicati dalla Cina su una lista di prodotti importati dagli Usa per un controvalore di 75 miliardi di dollari.
Il Ministero delle Finanze cinese ha precisato in un comunicato ufficiale che la riduzione dei dazi deriva dalla volontà di promuovere “lo sviluppo sano e stabile delle relazioni economiche e commerciali” con gli Stati Uniti.
Oltre alla soia, nella lista dei prodotti sui quali saranno ridotte le tariffe sono incluse le carni suine, tenuto conto del crollo della produzione interna provocato dalla peste suina africana. L’accresciuto fabbisogno è stato finora coperto con le importazioni dalla UE, aumentate di oltre il 40% nei primi sette mesi dello scorso anni secondo i dati della Commissione Europea.

L’ICQRF – Istituto Centrale Qualità Repressione Frodi ha risposto a un quesito che Confagricoltura con le altre organizzazioni aveva posto per portare chiarezza nella elaborazione dei vini spumante metodo classico inerente le competenze e la definizione degli operatori coinvolti nelle fasi di lavorazione.
L’ICQRF chiarisce che, ai sensi della normativa europea e nazionale, non può essere considerato produttore colui che si limita ad acquistare del prodotto “su punta” e ad allontanarne le fecce mediante la “sboccatura” sebbene provveda anche al successivo “abbigliaggio” e “tappatura” delle bottiglie con dispositivo di chiusura definitivo.
Se invece, prosegue ICQRF, con l’operazione di sboccatura si effettuano operazioni tali da apportare delle modifiche sostanziali al prodotto, influendo sulle sue caratteristiche organolettiche e/o chimico-analitiche, ad esempio con aggiunta di sciroppo di dosaggio e/o aggiunta di anidride solforosa…, si otterrà un vino diverso da quello di partenza. In questi casi, colui che ha effettuato la “sboccatura” potrà essere identificato come produttore avendo completato il processo di elaborazione del vino spumante ed avendo ottenuto un prodotto avente caratteristiche intrinseche diverse da quello di partenza.