Anche la Regione Piemonte ha emanato un’ordinanza anti-caldo che prescrive l’astensione dal lavoro nelle ore centrali della giornata per le mansioni di fatica svolte sotto il sole nei settori dell’edilizia, dell’agricoltura e del florovivaismo. La decisione è stata comunicata nella giornata di martedì 30 luglio dal governatore Alberto Cirio ai sindacati e alle associazioni datoriali che insieme con gli assessori al Lavoro Elena Chiorino, all’Agricoltura Paolo Bongioanni e all’Immigrazione Enrico Bussalino hanno partecipato al tavolo regionale sul caporalato in agricoltura. Il testo entrerà in vigore nella giornata di oggi, venerdì 2 agosto e avrà validità per tutta la durata del mese.

In allegato la bozza di ordinanza

BOZZA ORDINANZA REGIONALE

Lunedì mattina, una manifestazione di protesta, che ha assunto toni poco civili da parte di alcuni partecipanti, si è svolta davanti alla sede di Confagricoltura Piemonte.
Allasia: “Respingiamo le accuse mosse dai contestatori: le nostre aziende promuovono un lavoro sostenibile e dignitoso”

Contrastiamo ogni forma di caporalato e sfruttamento dei lavoratori e cerchiamo di creare le condizioni per ridurre ai minimi termini il problema, anche con suggerimenti dal punto di vista legislativo. Alle istituzioni abbiamo anche indicato alcune proposte”, precisa Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte a margine dell’attacco subito lunedì mattina da parte di alcuni contestatori, che hanno protestato davanti alla sede degli imprenditori agricoli del Piemonte, a Torino.
Occorre migliorare l’intermediazione tra domanda e offerta di lavoro, potenziare i trasporti pubblici nelle aree rurali e fornire alloggi dignitosi ai lavoratori stagionali, individuando forme di finanziamento per la ristrutturazione dei fabbricati rurali, in particolare per l’ospitalità dei lavoratori migranti”, evidenzia il presidente.
Confagricoltura Piemonte, così come le Unioni territoriali provinciali, adotta, nel proprio Codice Etico, interventi per la promozione della dignità dei lavoratori e prevede misure di espulsione immediata per eventuali casi acclarati di ricorso al caporalato da parte di aziende associate.
In Piemonte, evidenzia Confagricoltura, gli operai agricoli impegnati nelle campagne, negli allevamenti, nelle imprese vitivinicole, nei caseifici e nelle attività di trasformazione primaria dei prodotti dell’agricoltura sono circa 40.000, per il 65% italiani.
La nostra organizzazione – dichiara Allasia – che, anche nelle sedi istituzionali è particolarmente attiva per la promozione della legalità e per la tutela dei lavoratori, si dice dispiaciuta per la contestazione violenta che si è consumata davanti alla sede, poiché si sarebbe aspettata una forma di confronto più democratica”.
Confagricoltura Piemonte evidenzia che quotidianamente ha confronti positivi con le imprese associate per svolgere attività di informazione dei datori di lavoro in in merito ad assunzione e inquadramento dei dipendenti, anche diffondendo buone pratiche in materia di integrazione e valorizzazione dei lavoratori migranti.
Conclude Allasia: “La nostra attività di informazione e formazione delle imprese agricole che si avvalgono di manodopera straniera è tesa a migliorare l’integrazione dei lavoratori, con la consapevolezza che buona parte del successo delle nostre imprese dipende proprio dal clima di collaborazione che si instaura con chi è operativo nelle campagne”.

In relazione alla manifestazione che si è svolta lunedì mattina davanti alla sede torinese di Confagricoltura Torino, il presidente dell’organizzazione provinciale agricola Gianluigi Orsolani respinge totalmente le accuse mosse dai contestatori e sottolinea di non essere a conoscenza, all’interno del tessuto produttivo agricolo associato, di comportamenti che abbiano a che fare con lo sfruttamento dei lavoratori, “un fenomeno che Confagricoltura condanna con fermezza anche con il codice etico per le aziende associate, mantenendo relazioni positive con le organizzazioni di rappresentanza dei lavoratori agricoli e stipulando contratti collettivi nazionali, territoriali e aziendali per promuovere un lavoro agricolo sostenibile e dignitoso”.
In Piemonte, evidenzia Confagricoltura, gli operai agricoli impegnati nelle campagne, negli allevamenti, nelle imprese vitivinicole, nei caseifici e nelle attività di trasformazione primaria dei prodotti dell’agricoltura sono circa 40.000, per il 65% italiani.
La nostra organizzazione – dichiara il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia – contrasta ogni forma di sfruttamento e lavora per creare le condizioni per ridurre ai minimi termini il problema, anche con suggerimenti dal punto di vista legislativo. Alle istituzioni abbiamo anche indicato alcune proposte: occorre migliorare l’intermediazione tra domanda e offerta di lavoro, potenziare i trasporti pubblici nelle aree rurali e fornire alloggi dignitosi ai lavoratori stagionali, individuando forme di finanziamento per la ristrutturazione dei fabbricati rurali, in particolare per l’ospitalità dei lavoratori migranti”.
Confagricoltura, che anche nelle sedi istituzionali è particolarmente attiva per la promozione della legalità e per la tutela dei lavoratori, si dice dispiaciuta per la contestazione violenta che si è consumata davanti alla sede dell’organizzazione degli imprenditori agricoli, poiché si sarebbe aspettata una forma di confronto più democratica. “Ci adoperiamo quotidianamente con le imprese nostre associate – aggiunge Allasia – per svolgere attività di informazione dei datori di lavoro in materia di assunzione e inquadramento dei lavoratori dipendenti, anche diffondendo buone pratiche in materia di integrazione e valorizzazione dei lavoratori migranti. La nostra attività di informazione e formazione delle imprese agricole che si avvalgono di manodopera straniera è tesa a migliorare l’integrazione dei lavoratori, con la consapevolezza che buona parte del successo delle nostre imprese dipende proprio dal clima di collaborazione che si instaura con i lavoratori”.

Come già anticipato nel corso della precedente edizione della newsletter, arriva un altro rinvio di un mese per la scadenza della presentazione della Domanda Unica PAC 2024. Con il Decreto ministeriale del 29/07/2024 il Masaf ha prorogato la scadenza per la presentazione delle domande di aiuto e pagamento a superficie e a capo, dello Sviluppo rurale della vecchia e nuova programmazione dal 31 luglio al 30 agosto 2024. Mentre le domande di adesione al Sistema di qualità nazionale di produzione integrata (Sqnpi) si potranno presentare fino al 26 agosto. Come noto quest’anno la scadenza era già stata posticipata in partenza dal tradizionale 15 maggio all’1 luglio, per permettere al nuovo sistema informatico di Agea di entrare pienamente in funzione.
Successivamente, considerate anche le modifiche alla PAC approvate da Bruxelles in primavera sull’onda delle proteste degli agricoltori, la scadenza è stata spostata in avanti al 31 luglio. Ora, preso atto della situazione, con i sistemi informatici che hanno causato non pochi rallentamenti nell’inserimento delle domande, è arrivata la nuova proroga al 30 agosto.

Insieme alla proroga al 30 agosto 2024 per la presentazione della Domanda unica, slittano anche le altre scadenze, quindi la presentazione tardiva potrà essere fatta fino al 24 settembre ma l’importo sarà decurtato dell’1% per ogni giorno di ritardo.

In allegato il decreto firmato dal Ministro Lollobrigida

Decreto proroga PAC

Istruzioni Operative Inps

Si rende noto che l’INPS – con messaggio n. 2735 del 26 luglio 2024 – ha fornito istruzioni operative relativamente al trattamento di integrazione salariale agricola (CISOA) per gli operai agricoli assunti a tempo indeterminato, in caso di emergenza climatica.
La legge n. 101/2024 al c.1 dell’art. 2-bis (c.d. “decreto Agricoltura”), ha replicato la misura straordinaria, già adottata dal decreto-legge n. 98/2023 , con lo scopo di fronteggiare eccezionali situazioni climatiche (comprese le straordinarie ondate di calore) favorendo e ampliando l’utilizzo di questo ammortizzatore sociale, nel periodo intercorrente dalla data di entrata in vigore della legge di conversione (14 luglio 2024) e fino al 31 dicembre 2024.
Non è necessario che l’attività sia completamente sospesa nella giornata, ma è sufficiente anche una riduzione dell’orario di lavoro pari alla metà di quello giornaliero per poter accedere al trattamento di integrazione salariale agricolo per gli operai agricoli a tempo indeterminato (OTI).
È opportuno evidenziare che la misura in commento, pur essendo stata emanata per fronteggiare l’emergenza caldo di questo periodo, riguarda più genericamente “eccezionali situazioni climatiche” che potrebbero verificarsi fino al 31 dicembre 2024.

Con il messaggio INPS vengono dunque indicate le modalità di presentazione della domanda CISOA. In particolare, i datori di lavoro, per poter usufruirne, devono:

• presentare la domanda secondo le consuete modalità indicando, quale causale, “CISOA eventi atmosferici a riduzione” entro il termine di 15 giorni dall’inizio dell’evento di sospensione o di riduzione. Le domande saranno autorizzate direttamente dall’Istituto territorialmente competente;
• denunciare le giornate di lavoro parziale per emergenza climatica nell’UniEmens-Posagri, secondo le istruzioni dettagliatamente indicate dal messaggio INPS;
• retribuire il lavoratore per le ore di lavoro effettivamente prestate nella giornata (l’integrazione salariale per il restante orario di lavoro viene direttamente corrisposta dall’INPS al lavoratore interessato);
• presentare l’apposito modello “SR33” per consentire il pagamento diretto della prestazione da parte dell’INPS al lavoratore.

L’INPS precisa che le giornate di integrazione salariale per riduzione parziale dell’orario di lavoro a causa dell’emergenza climatica si aggiungono alle 90 giornate ordinariamente previste per la CISOA e sono considerate lavorate ai fini del raggiungimento delle 181 giornate di effettivo lavoro, limite minimo occupazionale, richiesto per poter usufruire della CISOA.
Si evidenzia, infine, che il messaggio INPS n. 2735/2024 in commento (nonché il mess. n. 2736 del 26 luglio 2024 che si allega) chiarisce che qualora la sospensione delle attività lavorative a causa del caldo eccessivo riguardi l’intera giornata di lavoro, sarà possibile usufruire della CISOA per “avversità atmosferica”, secondo le ordinarie regole e modalità.