Il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia ha scritto una lettera al presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e agli assessori regionali all’Agricoltura Paolo Bongioanni e alla Sanità Federico Riboldi. Il presidente Allasia, nella sua missiva, pone l’attenzione sull’aggravarsi della diffusione della Peste Suina Africana (PSA) in diverse aree del Paese, alla luce del ritrovamento, avvenuto in questi giorni, di suini infetti in alcune porcilaie di Trecate (NO) che rappresenta il primo caso di passaggio della malattia ai suini allevati e che ha causato l’abbattimento di circa 5 mila capi.

Qui sotto la lettera inviata ai vertici regionali

 

Egregi signori,

a nome degli allevatori associati a Confagricoltura Piemonte voglio condividere con voi la nostra estrema preoccupazione rispetto all’emergenza legata alla diffusione della epidemia di Peste Suina Africana – PSA, anche a seguito degli ultimi avvenimenti che hanno coinvolto il territorio novarese. Dal 2022, anno in cui è stata rinvenuta la prima carcassa di cinghiale colpito da PSA nel Comune di Ovada (AL), la diffusione della malattia tra i selvatici è purtroppo proseguita inesorabilmente. Infatti, nonostante gli sforzi profusi per il suo contenimento, i riscontri di capi infetti si sono estesi, nel tempo, ad altre Province piemontesi e, più recentemente, ad altre
Regioni. Un quadro che è andato, a mano a mano, a peggiorare, facendo prefigurare sempre più probabile il rischio di ingresso della malattia negli allevamenti.
Il ritrovamento, avvenuto in questi giorni, di suini infetti in alcune porcilaie di Trecate (NO) rappresenta il primo caso di passaggio della malattia ai suini allevati e ha causato l’abbattimento di circa 5 mila capi. Questo fatto determinerà l’istituzione di nuove zone di restrizione, con danni diretti ed indiretti dati dall’abbattimento e distruzione dei capi allevati e dal fermo della produzione, nonché dal calo di potenziale produttivo destinato alle produzioni DOP della nostra salumeria, andando a erodere il valore della produzione delle carni suine nella nostra regione che, secondo gli ultimi dati disponibili del 2023, ammonta a 267 milioni di euro (8,87% del totale nazionale), pari al 7,6% della produzione agricola regionale.
A fronte di questa situazione desidero richiamare la vostra attenzione sulla necessità che tutte le azioni utili ad arginare, contenere ed eradicare la PSA sul territorio regionale vengano adottate e potenziate per fronteggiare questa emergenza, anche con l’ausilio di tavoli di concertazione tra le Regioni confinanti con il Piemonte, poiché le misure di prevenzione, controllo ed eradicazione della malattia devono prevedere una uniformità ampia nella loro applicazione.
A questo proposito. ritengo che sarebbe utile adottare, anche nella nostra Regione, le disposizioni urgenti assunte dalla vicina Lombardia (copia in allegato) che, stante l’attuale situazione epidemiologica, oltre a richiamare l’applicazione rigorosa e consapevole di tutte le misure di biosicurezza, con particolare riferimento a quelle finalizzate a garantire la netta separazione tra l’allevamento e le attività ad esso collegate con il “mondo” esterno, adotta una serie di provvedimenti, tra cui il divieto di ingresso di persone e/o mezzi non strettamente collegati alla attività di allevamento o gestione emergenza .

Restando in attesa di riscontro, porgo cordiali saluti

 

L’obiettivo è creare linee guida e protocolli di agricoltura rigenerativa a livello nazionale e territoriale.
Seminativo, risicolo e frutticolo i settori coinvolti. 32 le aziende selezionate tramite un sondaggio.
Il 95% dei rispondenti ritiene necessario intraprendere un cambiamento verso pratiche più sostenibili

xFarm Technologies, la tech company che punta alla digitalizzazione del settore agroalimentare, e Giovani di Confagricoltura – ANGA, lanciano un progetto incentrato sull’agricoltura rigenerativa, con il supporto di dss+, società di consulenza esperta nel settore. L’obiettivo è testare e valutare l’efficacia delle pratiche proprie di questo sistema di gestione dei terreni agricoli, e quindi definire delle linee guida rispetto alla loro implementazione nei vari ambiti produttivi. 32 le aziende selezionate in tutta Italia per una sperimentazione che le vedrà protagoniste per i prossimi tre anni. Seminativo, risicolo e frutticolo (olivicoltura e viticoltura) i settori coinvolti.

Un sondaggio per la selezione delle aziende partecipanti

Alla base della selezione delle 32 aziende che prenderanno parte alla sperimentazione, l’invio, ad inizio 2024, di un questionario a tutti i consociati di ANGA, creato insieme a dss+ e volto a inquadrare le aziende associate sia dal punto di vista strutturale e organizzativo che agronomico. Le realtà aziendali selezionate verranno dotate della piattaforma Hubfarm sviluppata da Confagricoltura proprio in collaborazione con xFarm Technologies e nata per raccogliere, gestire e condividere informazioni agronomiche e dati utili alle imprese agricole.
Un progetto, quello di Hubfarm, che si inserisce in un ampio piano di supporto alla transizione digitale nel settore agricolo, volta anche ad un’incrementata sostenibilità, in linea con i piani di sviluppo nazionali ed europei.
Il questionario è stato somministrato a oltre 900 imprese agricole giovanili di tutta Italia, e ha permesso di ottenere informazioni sulla loro maturità rispetto alle pratiche di agricoltura rigenerativa e la prospettiva di avviare percorsi in questo senso.
Per quanto concerne le pratiche agronomiche, i risultati emersi raccontano di come il 50% dei risponditori applichi una rotazione minore di due anni (25% mono-successione) e il 28% utilizzi in maniera sistemica le colture di copertura (cover-crops), mentre il 65% dichiara di utilizzare ammendanti organici. Il 95% ritiene necessario intraprendere un cambiamento verso pratiche più sostenibili e il 67% afferma di aver già avviato un percorso in questo senso.

Il progetto nel dettaglio

Le aziende selezionate (11 nel Nord-Est, 8 nel Nord-Ovest, 7 nel Centro, 6 nel Sud e nelle Isole) inizieranno un percorso di agricoltura rigenerativa, la cui implementazione comincerà in occasione dell’inverno 2024/2025.
In questa prima fase, che ha preso avvio nel marzo 2024, i tecnici di xFarm Technologies e dss+, in accordo con i consociati ANGA, stanno pianificando e portando avanti le attività di campionamento e analisi del suolo atte a rilevare le condizioni dei terreni prima di implementare le nuove pratiche di agricoltura rigenerativa (il cosiddetto “tempo zero”), in modo da verificarne l’efficacia nel migliorare la salute del terreno, in particolare per quanto concerne il contenuto di carbonio organico (SOC, Soil Organic Carbon). Al fine di catturare la variabilità dei terreni ma al tempo stesso contenere i costi di campionamenti ed analisi, i punti di campionamento verranno individuati tramite delle mappe di caratterizzazione del suolo elaborate grazie ad un’analisi satellitare dell’area di studio e ad accurati modelli statistici.
Successivamente, nel corso di attività di workshop di co-design, gli agricoltori verranno coinvolti nell’identificazione di un set di pratiche agricole rigenerative da adottare nei loro contesti aziendali. Alla fine del percorso, che avrà una durata minima di 3 anni, sulla base delle osservazioni raccolte e delle nuove analisi del suolo, verranno definiti dei protocolli di agricoltura rigenerativa adatti ai diversi focus produttivi analizzati durante il progetto.

Il ruolo della piattaforma Hubfarm

Nel corso del progetto, grazie alla piattaforma Hubfarm, strumento innovativo sviluppato da Confagricoltura con xFarm Technologies per la pianificazione, il monitoraggio e l’analisi di tutte le attività agricole in modo integrato, direttamente su smartphone o tablet, sarà possibile tenere traccia dello storico delle lavorazioni, delle concimazioni e degli interventi di difesa e irrigazione all’interno delle aziende, elementi fondamentali per costruire un solido database aziendale. Attraverso un modello previsionale che simula le dinamiche del carbonio nel terreno, sarà possibile visualizzare l’andamento della sostanza organica nel suolo in base alle pratiche agricole adottate in campo. In questo modo si potranno poi simulare diversi scenari di variazioni di emissioni e sequestro, auspicabilmente stimolando così gli agricoltori nell’implementare in via definitiva le nuove pratiche apprese, in un’ottica di maggiore sostenibilità ambientale ed economica.