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Fra gennaio e novembre 2021 – rileva il Clal, Centro studi sul latte – la Cina ha importato oltre 27 milioni di tonnellate di mais (+198,95% sullo stesso periodo del 2020). Ora, però, vi sono segnali che fanno pensare a una diminuzione dell’import, a causa innanzitutto di prezzi del mais molto elevati (intorno ai 309 $/t lo scorso novembre, in base alle elaborazioni di Teseo- Clal).
Secondo le ultime proiezioni del Dipartimento Agricoltura degli Stati Uniti (USDA) le importazioni cinesi di mais dovrebbero diminuire nell’annata 2021-2022 dell’11,9%, compensate in parte da una maggiore produzione interna (+4,6%). Anche a livello mondiale USDA prevede produzioni in crescita (+7,5%), con un ritmo dunque superiore ai consumi (+3,1%), rafforzando così gli stock a livello globale (+3,7%): sono tutte variabili che potrebbero portare a una stabilizzazione del prezzo del mais su valori inferiori a quelli attuali, alleggerendo così le pressioni sugli allevatori non autosufficienti per il mais.

Il nuovo anno – evidenzia la sezione dei prezzi de L’Informatore Agrario – è iniziato con aumenti più o meno consistenti per tutti i prodotti, ad eccezione del frumento che rimane invariato. I rialzi maggiori riguardano i semi di soia, ma tutti i prodotti ad uso zootecnico sembrano vivere un momento particolarmente favorevole. Anche i mercati internazionali sono in fibrillazione, protagonisti i semi oleosi.

https://www.informatoreagrario.it/category/filiere-produttive/seminativi/prezzi-seminativi/

Si è svolto martedì 24 novembre 2020 il webinar sulla crisi del comparto suinicolo. Introdotti dal presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia sono intervenuti il presidente della Federazione nazionale di prodotto degli allevamenti suini di Confagricoltura Claudio Canali e il presidente regionale Davide Razzano, di Confagricoltura Asti, che hanno illustrato l’andamento produttivo e commerciale, che a livello nazionale rappresenta un fatturato di circa 3 miliardi di euro a livello di produzione degli allevamenti e di circa 8 miliardi di euro per la fase industriale, incidendo per il 5,8% sul totale agricolo e agroindustriale. Operano nel settore circa 25.000 aziende agricole che gestiscono una mandria nazionale di circa 8,3 milioni di capi, e circa 3.500 aziende di trasformazione.
L’allevamento si concentra principalmente in quattro regioni (Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna) con aziende da riproduzione per la produzione di suinetti che presentano dimensioni medie di circa 800 capi/azienda e aziende da ingrasso per la produzione di magroni, dimensione medie aziendali di 356 capi/azienda, animali di età di 6-7 mesi e peso tra i 60 e 90 Kg o per la produzione di grassi, dimensioni medie aziendali di 226 capi/azienda, animali di età di 9-10 mesi e peso tra i 90-120 Kg (suino leggero) o 120-160 Kg (suino pesante). La peculiarità della produzione italiana rispetto al resto dell’Europa è la specializzazione nella produzione di suino pesante destinato, principalmente, alla produzione dei prosciutti.
In Piemonte sono attivi 2.750 allevamenti suinicoli, per un totale di circa 1.290.000 capi: la provincia che conta il maggior numero di animali è Cuneo, con circa 913.000 suini allevati in 844 stalle.
Nell’ultima settimana, in base alle rilevazioni di Ismea sui principali mercati italiani, le quotazioni dei suini da macello hanno perso il 4-5%, mentre rispetto a un anno fa il prezzo è inferiore di circa il 25%, senza contare che stiamo andando incontro a un periodo di forte incertezza e surplus produttivi, con i consumi nazionali fermi.
Occorre lavorare per costruire una filiera integrata che valorizzi le produzioni made in Italy“, ha detto il direttore nazionale dell’area economica di Confagricoltura Vincenzo Lenucci intervenendo al webinar. Dai senatori Mino Taricco (PD) e Giorgio Maria Bergesio (Lega), componenti della Commissione Agricoltura del Senato, in video collegamento, sono venuti apprezzamenti per l’iniziativa di Confagricoltura e rassicurazioni circa l’impegno a far presente, nelle sedi legislative e di governo, le problematiche del comparto.
L’incontro è stato chiuso da Luca Brondelli di Brondello, componente della giunta nazionale di Confagricoltura. “Il mercato suinicolo è sconvolto, anche a causa della pandemia – ha fatto rilevare Brondelli – ma siamo partiti da una situazione già perturbata. Il futuro si prospetta difficile e per questo è necessario lavorare per favorire un tavolo di concertazione a livello di filiera per arginare il crollo dei prezzi ed evitare ripercussioni pesantissime a livello produttivo, dannose per l’intero Paese”.