Con la sentenza n. 2677/2022 il Tar della Lombardia ha accolto i primi ricorsi contro la delibera di ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) che aveva introdotto limiti ai ricavi (i cosiddetti “extra-profitti”) ottenuti dagli impianti alimentati con fonti rinnovabili, di fatto annullandola.
Confagricoltura è stata tra i primi soggetti ad aver presentato ricorso, ritenendo sin dal primo momento ingiusto il meccanismo secondo il quale i titolari degli impianti sarebbero tenuti a versare (o ricevere) la differenza tra il prezzo di vendita dell’energia e un prezzo di riferimento fissato per legge.
Questo meccanismo di compensazione, previsto dall’articolo 15bis del decreto-legge Aiuti-ter, riguarda gli impianti di generazione da fonte rinnovabile beneficiari di premi fissi o entrati in esercizio prima del 2010, insieme a quelli non beneficiari di incentivi.
L’accoglimento del ricorso costituisce un importante segnale rivolto alle imprese agricole che hanno investito nella realizzazione di impianti green per puntare all’autosufficienza energetica e alla diversificazione delle proprie attività, e che rischiavano di vedere i propri sforzi vanificati da una tassazione che Confagricoltura ritiene discriminante, irragionevole e sproporzionata.

Il decreto 19 ottobre definisce vari aspetti tra cui le risorse destinate al comparto florovivaistico pari a 25 milioni di euro, erogate con il regime di aiuti noto come “Quadro temporaneo di sostegno all’economia a seguito del conflitto Russo-Ucraino”. La tipologia di aiuto è quella indicata nella sezione 2.1 del Quadro temporaneo relativa agli importi di valore limitato, la cui soglia per il settore agricolo è di 62 mila euro.
Il contributo a fondo perduto ha lo scopo di compensare i maggiori costi (pari almeno al 30% in più) sostenuti dalle imprese dal 1° marzo 2022 al 31 agosto 2022 rispetto allo stesso periodo del 2021, per l’acquisto di energia elettrica, metano, gpl, gasolio e biomasse per la combustione in azienda.
Le imprese florovivaistiche potranno accedere ai sostegni, calcolati nella misura massima del 30% dei maggiori costi sostenuti, presentando domanda, anche in forma precompilata, secondo modalità che saranno stabilite dall’organismo pagatore e allegando copia delle fatture di acquisto.
Il pagamento del contributo potrà avvenire in una o più tranches. Sarà anche possibile accedere a un acconto (90% dell’importo) da liquidare entro il prossimo 31 dicembre.
L’ufficio tecnico della Confagricoltura di Asti sono a disposizione per fornire la necessaria assistenza agli agricoltori interessati.

In allegato il testo completo del decreto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale

Decreto 19 ottobre 2022

Un suolo sano garantisce cibo sano e aiuta a catturare le emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera, combattendo così i mutamenti climatici che affliggono il Pianeta mettendo in serio pericolo la produzione agroalimentare globale, poiché il 95% del cibo proviene dal suolo. Lo sostiene Confagricoltura in occasione della Giornata Mondiale del Suolo istituita nel 2014 dalla FAO, che si è celebrata il 5 dicembre.
Noi agricoltori abbiamo bisogno di operare in terreni fertili e non può esserci una contrapposizione tra agricoltura e ambiente – sottolinea il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansantisuoli in salute sono essenziali per realizzare un’economia pulita e circolare, garantire la biodiversità, arrestare il degrado, salvaguardando la salute umana attraverso la stretta connessione tra suolo sano e sicurezza alimentare”.
Il suolo infatti è indispensabile nella produzione alimentare ed elemento imprescindibile per l’equilibrio ecologico.
A livello mondiale, secondo la FAO, il 33% dei suoli già oggi presenta segni di degrado. E, se non si interverrà per tutelarli intervenendo sulle attuali pratiche di gestione, quella percentuale raggiungerà il 90% entro il 2050, minacciando le produzioni agricole.
In Italia i danni sulla fertilità dei suoli, secondo l’Ispra, riguardano circa il 30% della Penisola, principalmente al Sud, dove in alcuni casi superano il 40% delle superfici. E negli ultimi 20 anni la siccità ha provocato danni all’agricoltura italiana per oltre 15 miliardi di euro, il 50% dei quali concentrato in Puglia, Emilia Romagna, Sicilia e Sardegna.
Tra il 2006 e il 2021, l’Italia ha perso 1.153 chilometri quadrati di suolo naturale o seminaturale, con una media di 77 chilometri quadrati all’anno, con un danno economico stimato in quasi 8 miliardi di euro l’anno.
Per raggiungere l’obiettivo di avere entro il 2050 ecosistemi del suolo sani e se si vogliono centrare gli Obiettivi di Sviluppo sostenibile, il ruolo dell’agricoltura e delle foreste è indispensabile.
Da sempre gli agricoltori sono impegnati in prima linea nel custodire i territori e l’ambiente circostante attraverso le buone pratiche che favoriscano la salvaguardia della biodiversità, sottolinea Confagricoltura, che, con le proprie aziende, promuove lo sviluppo tecnologico, la scienza e sistemi di produzione avanzati, e sostenibili, per l’agricoltura, l’allevamento e le comunità.
E’ il momento di fare scelte consapevoli, aiutare la filiera con strumenti adeguati, potenziare la ricerca, l’innovazione, gli studi scientifici e il monitoraggio sui suoli, nonché aumentare nella società civile la consapevolezza dell’importanza di questa risorsa e destinando allo scopo le necessarie risorse finanziarie – conclude il presidente Giansanti – c’è ancora un discreto gap tra promesse e azioni concrete”.

Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del relativo decreto di adozione è stato avviato il Piano del settore corilicolo 2022-2025. Il Piano di settore è lo strumento programmatico strategico del comparto destinato a fornire alle Regioni un chiaro indirizzo sulle misure di interesse del settore nocciole.
In Italia nel 2021 la superficie totale investita a nocciolo è stata pari a poco più di 92.300 ettari (dati Istat), con una crescita di oltre 20.000 ettari negli ultimi dieci anni. Il potenziale produttivo corilicolo è molto concentrato, con l’80% delle superfici investite localizzate in sole tre regioni, Piemonte (29%), Lazio (28%) e Campania (24%). Le produzioni a marchio IG rappresentano circa il 9% dell’offerta nazionale, con la netta prevalenza dell’IGP nocciola del Piemonte.
Il Piano è composto da un documento sintetico e da un allegato tecnico che sono stati redatti con il contributo dei componenti del Tavolo di filiera della frutta in guscio – sezione nocciolo, di cui Confagricoltura fa parte.
Nel documento sintetico viene fatto un esame del comparto, evidenziando le proposte di azioni da intraprendere secondo obiettivi strategici e/o prioritari, al fine di favorire l’applicazione coerente della politica comunitaria, indirizzando i sostegni mirati ai produttori attraverso gli strumenti a disposizione delle Regioni.
L’allegato tecnico fornisce invece un’analisi puntuale del contesto competitivo internazionale ed esamina poi nel dettaglio la situazione corilicola nazionale, ponendo particolare attenzione alle tecniche di produzione, alla difesa fitosanitaria, alla valorizzazione del prodotto toccando, in sintesi, tutti gli aspetti della multifunzionalità dei noccioleti.
Confagricoltura, in quanto componente del Tavolo, ha fornito il suo apporto nella definizione di numerosi temi (ad esempio istituzione del catasto corilicolo nazionale e stanziamento di adeguate risorse finanziare per il comparto), in modo da poter sviluppare le diverse progettualità individuate nel Piano.

Un incontro molto partecipato quello che si è svolto domenica 27 novembre, all’Hotel Il Bocciolo di Orta San Giulio (Novara), organizzato quest’anno dalla sezione provinciale ANPA di Novara, presieduta da Pierantonio Quaglia. Al convegno regionale era presente anche la delegazione dell’ANPA di Asti, guidata dal presidente Franco Matta, insieme al direttore della Confagricoltura di Asti Mariagrazia Baravalle e a Giulia Paiola, in rappresentanza del Patronato Enapa dell’unione astigiana.
La riunione annuale dell’ANPA è da sempre un’occasione ricca di significati e importante per confrontarci su tematiche interessanti per tutti coloro che vivono e sono coinvolti in agricoltura” ha affermato il presidente provinciale di Confagricoltura Novara Giovanni Chiò aprendo i lavori del convegno “La sicurezza degli anziani – la prudenza non ha età”, moderato dal direttore Roberto Sonzini.
A illustrare alcune tecniche per difendersi efficacemente dalle truffe che, nell’ultimo periodo, colpiscono in particolare le categorie più fragili, è stato il Maresciallo Di Blasi del Comando dei Carabinieri di Orta.
Nella cornice suggestiva del più a occidente tra i laghi alpini italiani, in un clima sereno e disteso, l’on. Angelo Sartori, vicepresidente nazionale vicario, segretario e fondatore della prima associazione pensionati di Confagricoltura ha poi ribadito “Gli anziani sono un irrinunciabile patrimonio umana di saggezza, affetto, storia. Questa inestimabile risorsa va sostenuta e potenziata valorizzando sentimenti e solidarietà, ma anche con provvedimenti che diano serenità a chi ha lavorato una vita”.
Il presidente regionale del sindacato piemontese Ernesto Balma, nell’augurare che le prossime feste di Natale siano passate in famiglia e consumando prodotti locali, ha ricordato l’impegno profuso per tenere unito un gruppo che, di anno in anno, vede sempre più associati: “Il Piemonte è tra le prime Regioni in Italia per numero di aderenti: è sicuramente un vanto ma non va dimenticato il grande impegno profuso per aggregare i non più giovani“.
Per Confagricoltura Piemonte, il presidente Enrico Allasia ha rimarcato l’importanza di investire nuove risorse per rilanciare e tutelare l’agricoltura piemontese attraverso il lavoro dei giovani, che dovrebbero costituire il necessario ricambio generazionale, ma che oggi purtroppo rappresentano solo il 21,6% delle imprese agricole.
E’ necessario un welfare sociale con politiche serie e applicabili alle aziende agricole e alle famiglie, di medio e lungo periodo con un coinvolgimento di tutte le fasce di età e genere”, afferma Lella Bassignana, direttore dell’associazione datoriale piemontese: “Molte delle nostre aziende si trovano in territori piuttosto isolati, pertanto si deve tenere presente il contesto sociale in cui normative e sussidi verranno applicati”. Conclude Bassignana “Tuteliamo con strumenti mirati non solo chi è scarsamente autosufficiente, ma ogni forma di inabilità”.

 

Alcune foto della giornata